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Alle radici della crisi

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Alle radici della crisi

Sei stagioni di Pallacanestro Varese in cifre per capire le ragioni dei fasti del primo triennio dell’era “Varese nel Cuore” e delle difficoltà in classifica dal 2013 a oggi. I dati, ricavati principalmente dai bilanci certificati fino alla stagione 2013/’14 (quello del 2014/’15 dovrebbe essere ratificato dall’assemblea del consorzio di lunedì), fotografano nitidamente l’evoluzione delle risorse a disposizione dal 2010 a oggi.

Evidente la differenza tra il primo ciclo triennale conclusosi con la stagione degli “Indimenticabili” e le ultime tre annate vissute stabilmente nella metà bassa della classifica: il contributo della famiglia Castiglioni all’interno di “Varese nel Cuore” (prima 800, poi 500 e infine 300mila euro dal 2010/’11 al 2012/’13) e il peso rilevante degli sponsor di maglia - il contributo di Cimberio era quasi doppio rispetto a quello di Openjobmetis, in più c’erano gli accordi triennali con Superenalotto e Air One - consentivano alla società di disporre di un monte-stipendi molto più elevato.

I problemi sono nati quando, alla scadenza degli accordi con gli sponsor del primo triennio e senza più l’apporto della famiglia Castiglioni, si è cercato di mantenere l’ossatura degli “Indimenticabili” sobbarcandosi però contratti non più sostenibili (300mila dollari per Ere o 150mila euro per Sakota).

Il 2013/’14 iniziato con un monte-stipendi sostanzialmente analogo a quello degli “Indimenticabili” è diventato presto insostenibile per le casse del club. E la ricerca spasmodica di risorse fresche attraverso nuovi partner e consorziati (c’era anche chi pensava di cedere la società a Nicola Laurenza in modalità polisportiva con il calcio...) non ha avuto esito positivo, se - come sembra - a maggio di due anni fa la società vantava crediti sospesi per fatture emesse e non saldate per oltre 700mila euro, con alcune scelte (vedi l’addio a Polonara e ai 180mila euro del terzo anno del suo contratto) obbligate dall’interregno tra l’addio forzoso di Renzo Cimberio come main sponsor e l’arrivo - ad agosto inoltrato e con metà squadra già allestita - di Openjobmetis.

A ciò si aggiunga un sostanzioso dimagrimento di “Varese nel Cuore”, passato nell’estate 2014 da 78 a 44 soci dopo il cambio di alcune regole di partecipazione, con un apporto economico inferiore del 40 per cento rispetto all’annata degli “Indimenticabili”. E si arriva alla passata stagione, quella del “buco” da 400mila euro coperto dai proprietari attraverso un extrabudget approvato lo scorso novembre e versato interamente ai primi di gennaio. Parte di quel deficitè figlio di errori di mercato (in particolare il biennale da 370mila dollari totali firmato a settembre 2014 con Willie Deane); ma la fetta più cospicua (a partire da uno sponsor di maglia del 2013/’14) pesa alla voce “crediti inesigibili” di stagioni passate.

Nonostante tutto nel 2015/’16, grazie agli sforzi della nuova gestione del consorzio che tra maggiore apporto e copertura delle perdite contribuirà per circa 1,1 milioni (quasi il doppio della scorsa annata), il budget totale è aumentato per la prima volta in sei anni dell’era “Varese nel Cuore”, anche se il monte-stipendi (gravato dai 150mila euro dei costi delle transazioni estive) è leggermente inferiore a quello del 2014/’15.

Purtroppo il peso delle risorse spese (male) con una copertura solo parziale di due anni fa ha gravato sulle scelte strategiche e sull’entità delle risorse spese (comunque male) lo scorso anno; nell’ultima estate la proprietà consortile e l’area marketing hanno lavorato meglio nell’ambito della raccolta risorse, anche se i risultati del campo certificano che si è speso male per il terzo anno di fila nonostante la rivoluzione dell’area tecnica.

In ottica futura basterà ottimizzare le competenze delle risorse interne con una sola aggiunta importante (che sia Andrea Conti, Claudio Coldebella, Carlo Recalcati o altre possibili ipotesi in un ruolo dirigenziale strategico) per migliorare nettamente il rapporto costi-rendimento sul campo oppure la proprietà dovrà trovare nuove strade - a partire dall’apertura a soci extraconsorzio - per cercare di aumentare in maniera consistente i ricavi?

 


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