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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Dario Fo, nessun rifiuto

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Dario Fo, nessun rifiuto

E Dario rispose: non sono un superbo, avrei accettato volentieri il Premio Chiara alla carriera ma non sono in grado di prendere impegni a lunga scadenza e di assicurare la mia presenza, che invece era indispensabile. Tutto qui. Tanto rumore per nulla. Bambi Lazzati e Romano Oldrini del Premio Chiara, che dopo anni finalmente hanno candidato Fo al riconoscimento alla carriera, hanno incontrato l’ostacolo di un quasi novantenne (li compie il 24 marzo), lucidissimo e attivissimo, che si può permettere il lusso di vivere senza vincoli di tempo e di luogo. Tutto qui. Non c’è polemica da parte di Dario Fo.

C’è stata invece sul web, dove la notizia è stata data acriticamente così come è stata comunicata in conferenza stampa. Come dire: avete visto? Non siamo noi che non vogliamo dare questo premio, è lui che non lo vuole! E via con una questione messa su ad arte che ha fatto il suo dovere: pubblicità. Per chi sia positiva e per chi negativa lo giudichino i lettori, ma conoscendo tutti i fatti. Perché questa non è una notizia che si può dare e leggere acriticamente: il Premio Chiara alla carriera esiste dal 1989, Fo ha preso il Nobel nel 1997 ed è del 1924… basta fare due conti per capire che prima di Stoccolma poteva arrivare Varese…

E se è vero che subito dopo il Nobel il premio della Provincia, seppure natìa, sarebbe forse parso ridicolo, perché non accordarlo a Franca Rame, l’altra metà di Fo, vissuta a Varese e che di suo pugno ha scritto, per fare solo un esempio, quel capolavoro che è “Lo stupro”? La risposta è semplice: per Villa Recalcati, sede della Provincia da dove arrivavano i soldi e dove per vent’anni ha abitato la Lega, Fo era troppo di sinistra. E poi ce n’è anche un’altra di risposta: Fo non era gradito - si dice - neppure alla famiglia di Piero Chiara. Forse perché i loro destini si erano incrociati proprio sul morire: a Luino il 3 gennaio 1987 il corteo funebre di Chiara fu superato di poco da quello di Felice Fo, il papà di Dario. Ma questo è il passato, anche remoto. Il presente è la triste constatazione di un’altra occasione persa per Varese: fare cultura con un po’ di coscienza. Queste righe sono un’anticipazione: ora si attendono il comunicato ufficiale di Dario Fo e la smentita da lui richiesta al Premio Chiara.

 


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