Il progetto del curatore fallimentare Bruno Fisco è stato approvato dal giudice delegato Miro Santangelo con qualche piccola correzione, e così la procedura fallimentare relativa all’Associazione Sportiva Varese 1910, la società calcistica la cui prima squadra era arrivata a sfiorare la promozione in serie A, sparita la scorsa estate dopo un’avventura durata undici anni, ha fatto un importante passo avanti.
Come si ricorderà, i creditori, che chiedono alla società fallita la bellezza di 13 milioni di euro, sono al momento 71, ma il loro numero è destinato a crescere fino a superare abbondantemente quota 100. Basti dire che al curatore fallimentare sono già arrivate quasi una trentina di nuove istanze, molte delle quali da parte di tesserati (giocatori e tecnici del Varese 1910), e che altre potrebbero arrivare nei prossimi dodici mesi, limite fissato per legge dopo la prima udienza.
E alla Procura della Repubblica potrebbe arrivare una nuova relazione, sulla base della quale il sostituto procuratore Luca Petrucci, che già dopo la dichiarazione di fallimento aveva aperto un fascicolo modello 45 (“notizie non costituenti fatti di reato”), potrebbe dar vita a un’azione autonoma dal punto di vista penale. Come accade spesso in questi casi, la Procura potrebbe ipotizzare reati che vanno dagli illeciti fiscali e finanziari alla bancarotta.
Nel frattempo Bruno Fisco è impegnato in diverse trattative e in diverse cause che dovrebbero portare al recupero di crediti della società che rappresenterebbero vero e proprio ossigeno per le casse esauste del fallimento (l’attivo è più o meno un decimo del passivo).
Tornando all’udienza di mercoledì, lo scostamento più significativo tra progetto e decreto è stato quello relativo alla posizione dell’ex giocatore del Varese 1910 Daniele Martinetti. Il quale si è presentato come creditore pretendendo quasi un milione e 300.000 euro sulla base di una causa per risarcimento danni nata dall’aggravamento di un infortunio imputato dal calciatore a scelte della società. Già il curatore aveva ridotto la pretesa a 85.000 euro, in assenza di decisioni da parte della magistratura sulla vicenda e sulla base di un’ipotesi di risarcimento formulata dal giudice di pace, ma alla fine è stato deciso che a Martinetti nulla è dovuto.
Per quanto riguarda poi Equitalia, che chiede 11.093.120,21 euro come credito privilegiato e 86.938,57 come credito chirografario, l’udienza ha stabilito che quest’ultimo salga a 915.720,50. E infine per quanto riguarda lo sponsor Oro in Euro, che al momento pretende quasi un milione e 200.000 euro, si è stabilito di ridurre questa cifra di 230.000 euro, motivo per cui questo credito chirografario scende sotto quota un milione.