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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Varese, quale futuro?

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Varese, quale futuro?

Tappa iniziale completata. Ma il cammino di risalita, nei progetti e nei sogni dei dirigenti, è ancora lungo.

Festeggiata la prima grande gioia della sua nuova vita, il Varese si è rimesso a lavorare a tambur battente per preparare il futuro. Già, perché ci sono una serie D di vertice da programmare, equilibri economici da perfezionare, qualità delle strutture da migliorare.
Ad occhio e croce, la prossima stagione costerà circa un milione di euro. Piero Galparoli, vicepresidente del club, spiega che «siamo a buon punto nella copertura del budget» lasciando intendere come l’impegno nella ricerca di risorse non sia limitato alla prossima stagione ma si estenda anche a quelle successive. Si opera sotto traccia, cioè, per irrobustire la società con investitori di spessore. Nei mesi scorsi c’è stato un abboccamento con l’ex patron della Pro Patria Pietro Vavassori ma non è l’unico. Galparoli non si sbilancia, evita di scoprire carte che non è ancora sicuro di avere in mano. Tuttavia qualche parola in merito la concede: «Realtà economiche importanti, della zona ma anche di fuori, hanno sondato il terreno, hanno chiesto informazioni, hanno mostrato interesse. Stanno cercando di conoscere la realtà del nuovo Varese per valutare possibili investimenti».
Qualcosa sembra muoversi, insomma, affinché la giovane società biancorossa possa trovare basi ancor più solide su cui appoggiarsi nel tentativo di scalata verso il professionismo. Non è un mistero che la dirigenza si sia adoperata per verificare l’eventuale esistenza di spiragli in chiave ripescaggio in Lega Pro (categoria che costerebbe circa 2 milioni e mezzo di euro). Galparoli lo dice senza problemi: «Ci siamo informati, abbiamo avuto degli incontri a Milano. Sappiamo che alcune situazioni circa i format dei campionati devono ancora essere definite. Però le risposte che abbiamo ricevuto fino ad ora sono state negative: la possibilità del doppio salto non esisterebbe».

Tornando al discorso prettamente economico, Galparoli spiega come sia «fondamentale l’accortezza nella gestione delle risorse». E argomenta: «Maneggiamo soldi che ci consegnano imprenditori e tifosi, ciò implica una grande responsabilità. Per questo gli esborsi saranno effettuati con oculatezza: non butteremo il denaro. Certo, non vogliamo restare a lungo in serie D: desideriamo avanzare, l’ambizione è costruire una squadra tipo il Piacenza di quest’anno. Però abbiamo una piazza importante, dove per un calciatore è bellissimo giocare. E allora - sorride - chi vuole venire a Varese non chieda la luna. Perché sulla luna già atterra vestendo la maglia biancorossa».

Capitolo strutture. L’idea di rimodellare il “Franco Ossola” rimane viva: «Ci stiamo lavorando, verificheremo le condizioni urbanistiche, architettoniche e di sicurezza. Ma ne parleremo dopo le elezioni: non ci sono fini elettorali, lo stadio è di tutti».
Un passo avanti significativo è stato compiuto riguardo ai campi di Varesello: «Ci siamo incontrati col sindaco e col rettore dell’Università dell’Insubria trovando i presupposti per una collaborazione viste le rispettive necessità di utilizzare questi spazi per l’attività sportiva. L’intenzione è ristrutturare due campi, uno da cinque e uno da nove, posando un fondo sintetico, di rifare gli spogliatoi e di sistemare quelli adiacenti al terreno di gioco su cui si allena la prima squadra. Si tratta di un progetto unico - conclude - che ottimizza gli interessi di più parti in un’area centrale della città. Una buona cosa, insomma».

 


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