Due anni e sei mesi di carcere per estorsione. È finito così un processo che vedeva alla sbarra un direttore di banca di 72 anni, G.G., che tra il 2009 e il 2010 avrebbe cercato di farsi restituire 27.000 euro da un coppia in modo un po’ troppo “energico”, dopo che due anni prima a quella stessa coppia di euro ne aveva prestati 32.000. Il tutto sarebbe avvenuto sia nel contesto chic del Golf Club di Travedona Monate sia con metodi decisamente brutali, dato che in due capi d’imputazione era contestato al bancario di aver confezionato una bomba molotov e di averla scagliata contro la porta di casa dei due debitori (ma non ci fu esplosione). A questo proposito, però, il Tribunale ha assolto l’imputato - d’accordo il pubblico ministero Annalisa Palomba - e questo perché una perizia ha stabilito che la molotov in realtà non era tale e quindi non esplose perché non era stata realizzata in modo adeguato. Nonostante questo, e nonostante l’intervento come consulente di parte dell’ex comandante dei Ris dell’Arma Luciano Garofano, l’accusa di estorsione, come detto, è stata ritenuta fondata dal Tribunale, che ha condannato il direttore di banca alla pena richiesta dal pm.
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