Aggredita in pieno pomeriggio da un paio di sconosciuti, col volto coperto da cappucci, che dopo averla caricata in auto l’avrebbero malmenata: sarebbe questa la prima ricostruzione, ancora da verificare in ogni suo aspetto da parte delle forze dell’ordine, di quanto avvenuto mercoledì a Brunello.
Presunta vittima del raid, una delle sorelle di Abderrahmane e Oussama Khachia, i due fratelli considerati sostenitori dell’Isis e per questo terroristi: il primo si trova tuttora nel carcere milanese di San Vittore, dopo essere stato arrestato dalla Digos di Varese il mese scorso; mentre il secondo è stato dato per morto a dicembre, in Iraq tra le milizie del Califfato, dove pare si fosse recato in seguito all’espulsione proprio per terrorismo prima dall’Italia e poi dalla Svizzera.
È notizia di pochi giorni fa, invece, l’espulsione su ordine del Viminale dei genitori, Brahim Khachia e Zhour Loumiy: sono stati accompagnati all’aeroporto di Malpensa e messi su un aereo diretto a Casablanca, e non potranno rimettere piede in Italia per i prossimi dieci anni.
Ebbene, stando a quanto emerso finora, la giovane marocchina sarebbe stata avvicinata a poca distanza dalla casa di famiglia a Brunello: due persone col viso travisato l’avrebbero fermata e spinta dentro l’abitacolo della loro auto, per poi malmenarla e scaricarla a poca distanza. Nel corso della presunta aggressione, la coppia di sconosciuti avrebbe fatto esplicito riferimento ai “precedenti familiari” in materia di terrorismo, in una sorta di spedizione punitiva. La donna non sarebbe riuscita a lanciare subito l’allarme poiché quel pomeriggio aveva dimenticato a casa il cellulare.
È stata refertata al Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese, dove le sono state riscontrate lievi escoriazioni con prognosi di pochi giorni. Del caso sono stati informati subito i carabinieri della Stazione di Azzate e il sostituto procuratore della Repubblica Annalisa Palomba, che ora sta coordinando le indagini.