«Piuttosto che continuare così, andando verso il sicuro collasso, meglio sopprimere la sede giudiziaria»: è amara la considerazione del procuratore capo Gianluigi Fontana, ma fotografa una realtà catastrofica. La scopertura organica del personale amministrativo è del 48,21 per cento e a breve supererà il 50, per effetto di due imminenti pensionamenti. Lavorare è impossibile. A fronte di un pool più che adeguato di giovani magistrati, c’è un grave deficit di dipendenti pubblici e quei pochi disponibili sono pure attempati: non si scende sotto i quarantuno anni, i più vecchi ne hanno sessantatré. Se la situazione occupazionale dovesse restare così, nell’arco di dieci anni non ci sarebbe più nessuno. «Io non l’avrei mai detto, tre anni fa, quando tornai a Busto come procuratore capo. Ma la verità è che in un biennio la procura imploderà nel vero senso della parola».
Così nei giorni scorsi tutto largo Giardino (quindi il procuratore e l’aggiunto, i dieci pm, i due direttori amministrativi, i quattro funzionari giudiziari, i nove cancellieri, i sei assistenti giudiziari, i tre operatori giudiziari, i quattro autisti e i due ausiliari) hanno sottoscritto una lettera inviata al ministero della Giustizia, al presidente della corte d’appello e al procuratore generale della corte d’appello di Milano e al presidente della Regione per chiedere l’unica soluzione possibile: incrementare le forze.
Servizio completo sulla Prealpina in edicola sabato 11 giugno