L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea potrebbe costare fino a 90 milioni di euro di mancato export nel solo Varesotto: queste almeno sono le previsioni per l’ufficio studi dell’Unione industriali della provincia. Certo ogni ipotesi resta tale visto che serviranno mesi se non anni per inquadrare tutte le conseguenze effettive in un territorio così ristretto, ma delle stime ci sono già. E non sono certo rosee: sulla scia dello scenario base previsto da Sace per l’Italia, la società assicurativo-finanziaria di Cassa depositi e prestiti (ipotizzando che i pesi dei prodotti esportati ricalchino la media italiana) per il 2016 si stima che la terra dei laghi potrebbe subire una riduzione di beni esportati verso il Regno Unito tra i 6 e gli 11 milioni di euro (da 596 a 602 milioni di euro). Per il 2017 tra i 61 e i 90 milioni di euro (da 554 a 584 milioni). Sace ha recentemente proposto le stime sugli impatti di una vittoria di Brexit (leave) e No Brexit (no leave) sull’export italiano basandosi su uno scenario macroeconomico proposto da Oxford Economics. Ne risulta che la Brexit picchia duro sull’economia locale, con possibili sforbiciate ancora più severe per l’impatto sul settore dei mezzi di trasporto, più pesante sull’export varesino rispetto al resto d’Italia. Amaro il commento del presidente Univa Riccardo Comerio: «È un mondo che va così: vince tutto ciò che è contro. In particolare sparare contro l’Europa è diventato sin troppo facile. Le grandi città inglesi hanno votato “remain”, mentre tutto il resto della nazione ha votato per Brexit. Diminuendo il livello di consapevolezza degli scenari economici è aumentato il livello di opposizione verso l’Europa».
Dunque saranno dolori, visto che per le sessantamila imprese del Varesotto la Gran Bretagna è uno dei principali partner commerciali: è il quarto di sbocco e il sesto di approvvigionamento. L’export varesino verso il Regno Unito nel 2015 è stato di 565 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente. L’import è invece stato di 355 milioni di euro, in aumento del 6,8% rispetto al 2014. In termini di prodotti il comparto maggiormente rappresentativo è quello dei mezzi di trasporto che concentra il 28,7% delle esportazioni.
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