Nessuna responsabilità da parte della madre, nessuna responsabilità da parte di altre sette persone, tra medici, infermieri, ostetriche e soccorritori che il 2 febbraio scorso furono coinvolti nelle operazioni di assistenza a una bambina nata in casa a Brebbia e morta all’ospedale di Cittiglio. Questa, almeno, la conclusione a cui è arrivata un’indagine aperta per omicidio colposo dal sostituto procuratore Annalisa Palomba: il magistrato ha infatti chiesto al gip l’archiviazione per quanto riguarda tutti i soggetti coinvolti nell’inchiesta (la madre, una badante senegalese di 29 anni, era stata esclusa sin dall’inizio). E ora toccherà al giudice delle indagini preliminari pronunciarsi sulla vicenda, accogliendo o respingendo la richiesta di archiviazione.
In base all’esito dell’autopsia e ai risultati di una perizia disposta dalla Procura, la neonata sarebbe morta per una gravissima insufficienza respiratoria, causata da un’inalazione di meconio. Ma nessuno può essere messo sotto accusa per il decesso della piccola per la semplice ragione che nei primi quindici minuti trascorsi dalla nascita nessuno specialista poté eseguire i necessari controlli sui parametri vitali, dato che il parto era avvenuto appunto a sorpresa nella casa dove la badante assisteva un’anziana. Inoltre, il fatto che la bambina nei primi minuti della sua vita non abbia mostrato sofferenza e anzi si sia attaccata al seno della madre, è un fatto importante per valutare il comportamento del personale sanitario del 118 e dell’ospedale di Cittiglio: medici e infermieri fecero tutto quello che dovevano fare affrontando una situazione che all’apparenza non era drammatica, nonostante qualche contraddizione tra le dichiarazioni dei dottori dell’elisoccorso e quelle dei colleghi dell’ospedale, appunto su parametri vitali e sofferenza.
Quanto alla madre, secondo il pm non è molto credibile quando afferma che non sapeva di essere incinta, dato che aveva già avuto una figlia, ma è possibile che non conoscesse il termine della gravidanza e in ogni caso subito dopo la nascita della bambina si comportò in modo corretto, più o meno come tutte le mamme del mondo.
Per la perizia, il pm aveva nominato come consulenti una neonatologa e un medico legale, entrambi di Pavia.
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Neonata morta, nessuna responsabilità
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