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«L’Isis da noi non esiste. Non ha bisogno di esistere». Secondo Mohammad Noor, portavoce regionale della Comunità bengalese in Italia, sono ancora molti gli aspetti da chiarire in merito all’attacco terroristico di Dacca in cui venerdì 1 luglio hanno perso la vita venti persone, di cui nove italiane.
A partire innanzitutto dal numero delle vittime.
«I telegiornali italiani dicono venti ma sono molti di più. Venti sono soltanto gli stranieri, ma poi ci sono tutti i locali che lavoravano lì dentro. L’Holey artisan bakery è un ristorante molto grosso, dove vanno tutti gli occidentali. Probabilmente lo hanno colpito per questo».
Noor è originario proprio di Dacca e da venerdì sera è in costante contatto con i suoi parenti che vivono nella capitale del Bangladesh.
«Conosco quel ristorante e conosco la zona in cui si trova: è un quartiere di ambasciate, costantemente controllato. Non è credibile che siano riusciti a entrare armati».
Noor è arrivato in Italia nel 1996. Il suo negozio a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Gallarate è da subito diventato un punto di riferimento per tutti i suoi connazionali. Lui, da sempre, lavora per l’integrazione. «Il popolo del Bangladesh è un popolo di pace - dice -. Da noi musulmani, induisti, cristiani mangiano insieme, vivono insieme. Non esistono problemi di religione. In 43 anni di indipendenza non era mai capitato nulla di simile».
Secondo Noor, l’assalto del commando di miliziani affiliati all’Isis ha invece una matrice politica: «Vogliono far cadere questo governo e dunque hanno voluto metterlo in difficoltà, dimostrando al mondo intero che non è in grado di gestire il nostro Paese».
Articolo completo sulla Prealpina di domenica 3 luglio.