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Insultata su Fb, denuncia l’ex

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Insultata su Fb, denuncia l’ex

La psicosi del femminicidio dilaga. Una diciottenne, esasperata dagli insulti che l’ex fidanzato le postava su Facebook, si è trovata costretta a chiudere il suo profilo.

Spaventata, infastidita dal pressing del ventunenne che la voleva a tutti i costi, si è pure rivolta ai carabinieri di piazza 25 Aprile e lo ha denunciato per stalking e diffamazione.

Ora la posizione del giovane dovrà essere valutata dalla procura di largo Giardino, a cui sono stati da poco depositati gli atti.

Da valutare l’effettiva pericolosità delle condotte persecutorie del ventunenne, un operaio incensurato di Busto Arsizio.

Stando agli inquirenti, tra le sue colpe più gravi c’è quella di averla infamata pubblicamente, rivelando informazioni intime e discreditandola agli occhi del vasto e morboso universo social.

Da gennaio a giugno, ogni volta che la ragazza apriva la sua pagina si ritrovava sgradevoli sorprese.

Niente di tragico, certo, e forse la maggior parte delle sue coetanee come delle “colleghe” più adulte nemmeno ci avrebbe fatto caso, limitandosi magari a rendere accessibile il suo profilo agli estranei.

Già, ma se si vuole fare prevenzione e combattere la violenza di genere, bisogna intervenire alle prime avvisaglie, stroncando sul nascere qualsiasi rischio di degenerazione.

Sta di fatto che lo stalking è diffuso anche tra i più giovani, tra quelli cioè che dovrebbero sentirsi liberi di tampinarle tutte senza legami con nessuna.

Proprio lunedì 4 luglio, il gip Luca Labianca interrogherà il venticinquenne arsaghese messo agli arresti domiciliari settimana scorsa per atti persecutori e violenza sessuale.

Si era ossessivamente fissato sulla ex, una ventunenne che anni prima lo aveva lasciato esasperata dall’assillo della sua gelosia.

Lo scorso gennaio era stato condannato per la stessa gamma di reati, ma non ha imparato la lezione. E dopo mesi di appostamenti, pedinamenti, messaggi angoscianti è arrivato addirittura a violentarla sotto casa, con la complicità di un amico che ha accettato di accompagnarlo per tenere immobile la vittima.


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