«Sì è vero, manca la segnaletica orizzontale a quell’incrocio. E presto provvederemo».
A parlare è Marcello Risi, sindaco di Nardò, il comune salentino nel quale lo scorso 25 agosto è avvenuto l’incidente stradale costato la vita ai giovani varesini Marco Fiori e Nicolò De Peverelli.
A oltre due settimane dalla tragedia, l’indagine per accertare le responsabilità di quello schianto è proseguita nelle scorse ore con una perizia che s’annuncia decisiva: l’esame dei veicoli coinvolti nello schianto, ovvero il camion Iveco Trakker e la Peugeot 3008 sulla quale viaggiavano i due ragazzi morti coi loro quattro amici. La Procura della Repubblica di Lecce ha indagato per omicidio plurimo colposo due persone: il ventiduenne varesino alla guida della Peugeot e il sessantatreenne di Latiano, conducente del Tir che ha travolto l’auto.
Altri iscritti nel registro delle indagini preliminari non risultano. Tanto meno il Comune di Nardò.
Dunque, per la Procura della Repubblica leccese non ci sono elementi per mettere sott’accusa la viabilità comunale nardolese, criticata da più parti per la serie d’incidenti che si sono registrati lungo la Sp 112 negli ultimi mesi.
«Non siamo indagati - spiega Risi - ma preoccupati, perché la vita di chi percorre le nostre strade viene prima di tutto. La polizia locale, cui sono affidate le indagini, ha svolto più sopralluoghi su quegli ottocento metri di strada che da via Nino Della Notte diventano via Arturo Santo, prima di sfociare sulla Provinciale».
Cioè laddove Marco e Nicolò, 22 anni il primo, 20 il secondo, sono morti sul colpo.
«Io stesso ho percorso quella strada - prosegue Risi -. Abbiamo ricevuto critiche da mass media e da qualche congiunto dei ragazzi per la mancanza di segnaletica orizzontale a quello Stop. Posto che proprio all’incrocio tra via Santo e la Sp 112 c’è un cartello di Stop che non si può non vedere, che quel cartello è annunciato 150 metri prima, che ci sono dissuasori e che la velocità massima segnalata in quel tratto è di 40 Km/h, sono passato e ripassato su tutti gli ottocento metri su cui l’auto coi ragazzi ha viaggiato. Ogni sessanta metri c’è un segnale stradale che invita alla prudenza e ci sono anche tre dissuasori. Capisco che si possa e si debba fare di più per la sicurezza stradale, ma chi sostiene che su questa strada manca la segnaletica, da lì non è mai passato. Però provvederemo al più presto a far sistemare anche la segnaletica orizzontale, pur sapendo che, per condizioni ambientali, questo tipo di segnaletica non dura».
Un incidente stradale è la somma di concause più o meno rilevanti. In questo caso la magistratura sta verificando, oltre al rispetto delle norme del codice della strada da parte dei due indagati, diversi altri elementi, quali la capienza omologata dell’auto noleggiata dai sei ragazzi e, per l’appunto, l’idoneità della segnaletica stradale sul luogo dell’incidente.
«Per quel riguarda la viabilità - ribadisce Risi - non v’è alcuna ipotesi delittuosa a carico dell’amministrazione civica di Nardò. Per il resto, non mi sostituisco certo ai magistrati né alla polizia locale su analisi che non mi competono. Non conosco neppure i dettagli del noleggio dell’auto, dunque non mi sbilancio. In astratto posso solo osservare che chi noleggia un’auto dovrebbe conoscere le condizioni legali del noleggio».
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Incrocio maledetto: manca uno stop
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