Quando il gup ha pronunciato la sentenza, il comandante Caterina Buffardeci è scoppiata in lacrime. Lacrime catartiche. Non luogo a procedere per truffa e falso in atto pubblico, il che significa che tutta l’inchiesta sull’Autovelox e le multe gonfiate che aveva coinvolto lei e i due vigili Paolo Macchi e Roberta Lucchesi è risultata del tutto infondata. Come anche i provvedimenti che a suo tempo vennero presi nei loro confronti, ossia la temporanea sospensione dal servizio e della retribuzione.
Così ha deciso il gup Patrizia Nobile, prosciogliendo i tre imputati dalle accuse del filone prettamente casoratese dell’indagine condotta nell’estate del 2013, che vedeva coinvolta l’impresa Maggioli. Ha però disposto il rinvio a giudizio della comandante per la tranche scaturita dagli accertamenti di Savona, che parla di abuso di ufficio e corruzione e che ha travolto anche Claudio Ghizzoni. Il processo inizierà il 15 dicembre.
Ma l’avvocato Pietro Romano a questo punto non ha dubbi: «La mia assistita verrà sicuramente assolta anche da questa accusa che non sta in piedi. Ve l’avevo detto, tanto rumore per nulla. E ora chi ha minacciato, diffamato, ingiuriato sui social network ne dovrà rispondere». Parla di denunce, Romano, e le preannuncia anche ai componenti dell’attuale maggioranza che su Facebook, nel gruppo creato dal segretario della Lega Mauro Garzonio (oggi consigliere delegato alla Polizia locale) «Gli Autovelox a Casorate Sempione» , avevano attaccato il capo dei vigili. «Vorrei sottolineare anche l’esborso di denaro pubblico che questa inchiesta ha comportato. Nessuno ci ascoltava quando dicevamo che non aveva fondamenta, e ora come la mettiamo?». Partiranno anche le cause di lavoro, anticipa l’avvocato, «la mia assistita è stata risucchiata da un tritacarne mediatico che ha trasformato la sua vita in un inferno, immeritatamente, perché ha sempre svolto il suo dovere nella massima trasparenza».