«Fatemi lavorare. Sono un giovane in buona salute e forte, che può fare qualsiasi cosa: dall’autotrasportatore al magazziniere, alle pulizie». È l’appello di Rocco Giordano, trentatré anni, che sta cercando inutilmente lavoro da mesi. La sua vicenda, simile a tante altre di chi si è ritrovato disoccupato col vento della crisi, è però gravata da un peso in più: avendo fatto a botte con un albanese anni fa su un posto di lavoro nella Bergamasca, ha subito una condanna che gli ha sporcato la fedina penale. «Dopo tanto tempo in cui non lavoravo più, avevo trovato un posto in una piccola ditta – racconta – ma quando hanno controllato il mio casellario giudiziario sono stato licenziato in tronco». Un posto, quest’ultimo, che era riuscito a ottenere dopo il licenziamento da un’altra azienda che purtroppo è fallita. In pratica è da novembre dell’anno scorso che Rocco non lavora più.
Da dicembre ha percepito il sussidio di disoccupazione di 600 euro (sceso fino a 450) per otto mesi e, dato che l’affitto gli costa 450 euro, ha dovuto non pagarlo più se voleva mangiare. È quindi scattato lo sfratto, non ancora esecutivo ma comunque imminente. «Sono stato ai Servizi sociali – spiega – ma mi è stato detto che non possono assegnarmi una casa pubblica senza la residenza in Lombardia da almeno cinque anni, mentre io sono emigrato da Salerno tre anni fa».
Le bollette di luce, gas e riscaldamento aumentano di giorno in giorno e, di tanto in tanto, arrivano pure cartelle di pagamento di Equitalia e altre agenzie di riscossione. Siccome piove sempre sul bagnato, la vera batosta è stata una raccomandata dell’Inps che gli chiede indietro 7.954,86 euro di sussidio di disoccupazione che gli era stato erogato erroneamente dopo alcuni lavori svolti nel Napoletano: «Addirittura mi hanno allegato un bollettino Mav per il pagamento dell’intera somma - esclama Giordano - E come faccio a pagare? Tra poco mi ritroverò per strada». L’uomo è disperato: ha assolutamente bisogno di aiuto, tanto più che ha dovuto fare la difficile scelta di rimandare a Nocera Inferiore la madre anziana: «Non ero più in grado di mantenerla», dice, per poi scoppiare in lacrime: «Tutto ciò che chiedo è solo di lavorare, anche per mille miseri euro al mese. Ho tanta buona volontà e la patente C di autotrasportatore ma posso fare qualunque cosa». L’appello è anche rivolto ai Servizi sociali, «che purtroppo aiutano più le famiglie con bambini, ma anche noi single abbiamo una dignità». Il suo numero telefonico è 3205307996.
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'Disoccupato per un cazzotto, aiutatemi'
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