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'Tradate con Varese? Idiozia'

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"Tradate con Varese? Idiozia"

Un caso, ma non un semplice caso attorno alla riforma della sanità appena approvata in Regione, generato dallo scontento per scelte non condivise. Piuttosto un’alzata di scudi che ha il sapore di una battaglia di merito, tutt’altro che di principio o, peggio, di campanile, per l’accorpamento dell’ospedale “Galmarini” con la costituenda Asst di Varese. Nosocomio che in un primo tempo, con un ampio consenso di partiti e addetti ai lavori, era associato a Busto Arsizio, vicinanza oramai collaudata negli anni, con incastri operativi funzionali ed efficienti anche con Saronno.
E invece? «Invece qualche coglione politicamente inteso, pure del mio partito, ha cambiato le carte in tavola all’ultimo momento», sbotta Stefano Candiani, senatore del Carroccio, per due mandati sindaco tradatese. Sì, dice proprio coglioni, poi ne mitiga la valenza riportando l’improperio al mero dato politico, ma la sostanza rimane. Eccome. A dargli manforte, venerdì in conferenza stampa, in una sala del municipio, c’è Luca Ferrazzi, consigliere regionale della Lista Maroni, che ha espresso il proprio disappunto con un voto contrario al sub-emendamento che riposiziona Tradate con Varese, sottraendolo a Busto Arsizio. I due esponenti politici promettono sfracelli se, entro il 31 ottobre, data entro la quale è possibile ritoccare la nuova geografia socio sanitaria e ospedaliera della regione, correggendone eventuali errori e forzature, il “Galmarini” non sarà ricollocato con Busto Arsizio, che ora ha in carico, oltre a Saronno, anche Gallarate, Somma Lombardo e Angera (quest’ultimo nosocomio, però, in via transitoria e fino a ulteriore verifica).
Perché tanto livore contro il provvedimento? Per una duplice ragione, tecnica e politica. «L’obiettivo è sgravare il Circolo da una serie di incombenze, a partire dal congestionamento del Pronto soccorso», spiegano Candiani e Ferrazzi: «In questo modo, Tradate ne diventa la valvola di sfogo. Il rischio, anzi la certezza, è che il nostro ospedale sia trasformato nella barellaia di Varese e, via via, diventi un cronicario. Questo non possiamo accettarlo sotto nessun profilo». Detta in un altro modo, saremmo di fronte a un blitz della politica in scia alle pressioni, vere o presunte che siano, delle lobby ospedaliere e universitarie varesine. A discapito di Tradate, naturalmente. «Mercoledì mattina», rivela Candiani, «ho ricevuto l’accorata telefonata di Raffaele Cattaneo, presidente Ncd del consiglio regionale, che cercava di convincermi, senza motivazioni precise, della necessità di modificare quanto già pattuito. Naturalmente mi sono opposto, avvertendo della cosa Fabio Rizzi, relatore della legge di riforma. Il quale mi ha confermato che avevo ragione, ma che non poteva farci nulla. Rizzi, con la collega Francesca Brianza, lo stesso Cattaneo e il forzista Luca Marsico, hanno firmato il sub-emendamento. Poi approvato con l’astensione del capogruppo leghista Massimiliano Romeo, che ringrazio. Purtroppo il suo intervento si è rivelato inutile».
Candiani e Ferrazzi avvertono come la contestata vicenda abbia la paternità sia del Nuovo centrodestra sia del Partito democratico «che hanno inciuciato e inciuciano per i loro interessi di bottega». Ad essi, almeno in questo caso, si è accodata Forza Italia «guarda caso con un suo consigliere varesino (Marsico, ndr).».
Di nuovo Ferrazzi: «I presupposti della riforma tengono in considerazione soprattutto l’omogeneità del territorio. Busto, Saronno e Tradate, sia attraverso l’Azienda ospedaliera, sia con il distretto socio sanitario, stavano ottenendo una formidabile sinergia. Adesso tutto è rimesso in discussione per un capriccio di una certa politica».
«La cosa grave», chiosa Candiani, «è che anche l’amministrazione civica ha aderito senza eccepire, dimostrando una superficialità spaventosa. Ieri pomeriggio (giovedi pomeriggio, ndr) ho parlato con il vicesindaco Luigi Luce. Sapete che cosa mi ha detto? Che siccome siamo collegati a Varese con la ferrovia gli è parso ineccepibile unirsi al Circolo. Non credo ci sia bisogno di commenti»
Alla conferenza stampa erano presenti alcuni rappresentanti del comitato “Amici dell’ospedale.” Il presidente Ferdinando Lucioni ha annunciato possibili quanto immediate prese di posizione. La guerra è dichiarata.


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