I volti che non ti aspetti, i sorrisi e le strette di mano di persone che potresti trovare al supermercato del quartiere. Solo che sono nel supermarket della bontà e fanno la spesa senza soldi. Anna ha 36 anni e una figlia di 12. «Non lavoro da due anni, questa iniziativa credo sia bellissima, dà dignità alle persone che possono scegliere che cosa mettere nel carrello, che non ricevono e basta, magari con un po’ di imbarazzo». Altra donna, qualche anno in più, sorriso aperto e sguardo fiero: «Una bella idea, davvero, in questo modo l’aiuto alle persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese è concreto e se manca qualcosa da comperare, la spesa nel supermercato tradizionale si dimezza - dice la donna- Io ho 58 anni, ho lavorato fino a qualche tempo fa ma ora sono considerata vecchia, da rottamare, nessuno mi assume più e ho un figlio di 15 anni da crescere. Lavoro un paio di mattine la settimana, stiro e faccio i mestieri, ma ovviamente i soldi non bastano per vivere e l’affitto e le bollette vanno pagate, a fine mese».
Al termine della spesa, non si consegnano soldi. Al loro posto, una tessera, ma non é quella del bancomat né tantomeno la carta di credito. E’ una tessera a punti, si passa superando un "tornello", si compera quello che serve, si scalano i punti, di solito 150, per un controvalore di circa 250 euro, ma la quota mensile può variare a seconda del numero dei componenti la famiglia. Famiglie in difficoltà, che non riescono ad arrivare a fine mese e che hanno chiesto aiuto ai centri d’ascolto della Caritas. L’iniziativa, voluta don Marco Casale, parroco alla Brunella e responsabile Caritas, è stata avviata nei locali della parrocchia di Sant’Antonio di Padova (ingresso da via Marzorati 5B).
E venerdì 7, apertura ufficiale del servizio, il viavai di persone è stato notevole. Entrano, prendono il carrello, salutano i volontari che spiegano e indirizzano (venerdì c'erano Laura Bramati e Paola Granata, insieme con gli operatori della cooperativa Intrecci Elia Casella e Dario Giacobazzi).
Il market della bontà è una iniziativa nata sotto l’egida della Caritas Ambrosiana, con la cooperativa Intrecci di Rho e avviata grazie ai fondi derivanti dal sostegno di Fondazione Ubi, Ubi Banca, Banca d’Italia, Fondazione Monsignor Proserio, Fondazione Babini Cattaneo, Fondazione La Sorgente, Fondazione Comunitaria del Varesotto. Una rete di aiuti che deve allargarsi, per contribuire a sostenere l’Emporio (aperto il lunedì e il venerdì pomeriggio). «Un servizio che ha bisogno di nuovi volontari che diano una mano», sottolinea don Marco. «La capacità dell’Emporio di sostenere più famiglie potrà crescere nella misura in cui cittadini, enti e associazioni daranno il loro contributo» (per informazioni rivolgersi a don Marco o scrivere a brunella@chiesadimilano.it).
Non tutti possono fare la spesa in questo luogo, per accedervi bisogna essere “indirizzati” dai centri di ascolto Caritas. «Un tempo erano più gli stranieri a fare riferimento ai centri Caritas, oggi almeno la metà delle persone che seguiamo sono italiane». Venerdì, a scegliere i prodotti, anche alcuni stranieri, soprattutto donne, con tanti bambini al seguito. Alimenti e prodotti per l’infanzia rappresentano una quota importante del market, dove per ora il fresco non viene "venduto". «Le persone che più hanno bisogno tagliano le spese spesso su due aspetti della vita quotidiana, l’alimentazione e le spese sanitarie - continua don Marco - e noi abbiamo voluto dare una risposta diversa al bisogno alimentare, di pulizia e igiene personale e della propria casa». Non è assistenzialismo, è il coinvolgimento dei bisognosi in un progetto di crescita e riscatto.
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Spesa all'emporio solidale
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