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Luoni: 'Una scelta che rifarei'

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Luoni: "Una scelta che rifarei"

Non deve essere stata una scelta facile. Ma Francesco Luoni l’ha compiuta senza troppe titubanze. Con semplicità.  Ha deciso di rimanere nella sua città e di scendere in Eccellenza dopo un campionato in Serie B, dopo nove stagioni di professionismo che lo hanno visto giocare anche con Albinoleffe (quattro annate), Como e Castel Rigone. Il ventisettenne difensore del Varese, a distanza di tre mesi dal sì alla società del presidente Gabriele Ciavarrella, si dice «molto contento della scelta». Assicura di trovarsi «benissimo con compagni, mister e società». Soprattutto crede nel progetto di rilancio varato dal nuovo club al quale ha deciso di legarsi e con cui confida di riprendere l’ascensore che porta ai piani alti del calcio italiano.  «L’obiettivo – sorride – è tornare insieme col Varese sui palcoscenici professionistici». Il primo passo consiste nel conquistare la Serie D. Per farlo senza code rischiose occorre chiudere al primo posto un campionato di Eccellenza sicuramente competitivo. E non è come bere un bicchier d’acqua. Dopo sette giornate il Varese sta rispettando i pronostici (primato con 6 vittorie e un pareggio) ma Ardor Lazzate e Arconatese sono vicinissime, incollate, ad una sola lunghezza di ritardo. Domenica (a Solbiate Arno, stadio "Chinetti", ore 15) si gioca il big-match con i gialloblù, indicati da molti come l’antagonista più credibile per il successo finale: «Quella con l’Arconatese  è una sfida importante – riconosce Luoni – però anche le altre lo sono. La nostra mentalità è quella di provare a vincere ogni gara, senza distinzioni». Per adesso Luoni si gode il primato e l’affetto dell’ambiente: «Sono rimasto stupito da tanto entusiasmo, rappresenta uno stimolo in più per noi. I tifosi hanno un peso non trascurabile, si sentono: a Mariano Comense, quando non hanno avuto la possibilità di essere al nostro fianco, abbiamo avvertito la loro mancanza. Tutto ciò al di là della brutta prestazione, che è stata comunque nostra».  Certo, giocare all’improvviso tre categorie più sotto significa doversi calare in una realtà molto diversa da quella appena vissuta.
Quale la differenza maggiore? «Senza offendere nessuno, va da sé che il livello tecnico sia molto inferiore – spiega -. Sotto il profilo tattico, invece, trovi squadre preparate anche qui. Il ritmo? Si corre pure in Eccellenza».
 Il Varese è la grande favorita della vigilia, praticamente ha l’obbligo di vincere: psicologicamente non è una posizione facile. In che modo si possono evitare le trappole annidate tra le pieghe del pronostico a favore? «Mantenendo l’umiltà giusta. E poi cercando di non sbagliare l’approccio alle gare. A ben guardare soltanto a Mariano abbiamo offerto una prestazione un po’ così. Ma nell’arco di un’annata ci può stare. Il modo migliore di interpretare un campionato come questo penso sia quello di vivere una partita alla volta, cercando di vincere sempre».


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