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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Coniugi uccisi, via al processo

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Coniugi uccisi, via al processo

È l’ora del processo per Alessandro Lorena, il giovane responsabile del duplice omicidio dei coniugi Martino Ferro e Graziella Campello di Venegono Inferiore (è reo confesso). Al via questa mattina il procedimento con rito abbreviato davanti al giudice delle udienze preliminari Anna Giorgetti. L'udienza si svolgerà al primo piano del palazzo di giustizia a porte chiuse: Lorena sarà assistito dal suo difensore, l’avvocato Corrado Viazzo.
Nessuna perizia psichiatrica, come si ricorderà: a deciderlo, non accogliendo un’istanza dell’avvocato Viazzo, era stato lo stesso gup a luglio. Evidentemente il giudice ritiene che non ci sia la necessità di approfondire l’ipotesi che la mente di Lorena abbia subìto un blackout nel momento in cui quel ragazzo normale si trasformò in un killer feroce. Del resto Lorena non ha mai avuto problemi psichiatrici e in quei drammatici momenti dello scorso gennaio cercò di evitare di essere identificato comportandosi con una certa lucidità, anche se commise errori che permisero ai carabinieri di inchiodarlo.


Notte all'addiaccio a duemila metri

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Notte all

Volevano vedere tutti e diciotto i laghetti naturali che si trovano a più di duemila metri in Valle Antrona, ma sono stati troppo lenti e la notte li ha sorpresi mentre erano ancora sui monti: è iniziata così l’avventura di un gallaratese di 33 anni e di una bustocca di 30, dispersi per undici ore e ritrovati all’alba di domenica 20 settembre dagli uomini del Soccorso alpino. Coperti e rifocillati, i due sono poi stati accompagnati a valle e alle 10 del mattino hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Della notte all’addiaccio conserveranno solo il ricordo, così come della ramanzina dei soccorritori: l’imprudenza non è costata loro alcuna conseguenza fisica.

Ampio servizio sulla Prealpina del Lunedì del 21 settembre.

Il muro crolla, allarme Arnetta

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Il muro crolla, allarme Arnetta

Da mesi ormai, dall’alluvione dello scorso luglio, un muro adiacente l’argine dell’Arnetta in via Volta ha ceduto, franando nell’alveo senza provocare danni ad altre cose o esseri viventi, ma lasciando una preoccupante lacerazione nel muro che dà verso i parcheggi sotterranei di alcune palazzine di recente costruzione. Numerosi i solleciti per un intervento che possa porre rimedio, ma non è semplice capire chi per primo dovrebbe muoversi. La responsabilità dovrebbe essere dei privati e, soprattutto, dell’Aipo, l’Agenzia Interregionale Per il Fiume Po, l’ormai ex Magistrato del Po, e solo in ultimo del Comune, il tutto con un rapporto non proprio idilliaco, come spiega l’assessore all’edilizia, Danilo Barban: «La situazione con l'Aipo è ai limiti della decenza. Non sapranno nemmeno che esiste l’Arnetta. Le cose che sono state fatte, le abbiamo fatte noi, perché se avessimo aspettato loro saremmo messi anche peggio. Se dovesse peggiorare obbligheremo i privati a intervenire o, in via straordinaria, faremo noi in prima persona qualcosa».
La speranza è che i blocchi burocratici non vengano sorpassati dalla natura: il crollo dello scorso anno è testimone dell’incuria e dell’esigenza di un intervento che se non avverrà il prima possibile potrebbe vedere conseguenze più gravi in caso di un’alluvione pari a quella dello scorso anno. I parcheggi sotterranei sono davvero a un passo dal vedere l’acqua del fiume entrare senza permesso e rovinare ciò che incontra. Che siano i privati, o il Magistrato del Po, qualcuno faccia in modo che questo non accada, un anno è passato e ora il rischio è elevato.

Un gigante di nome Andrea

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Andrea Macchi

Quando ascolti il suo racconto ti vengono i brividi. Dentro di te ti fai una domanda e ti dai pure una risposta. «Ma esistono ancora i pazzi a questo mondo?».

Partecipare al Tor de Geants è di per sé una follia perché significa portare all’estremo ogni resistenza umana. Tanto più quest’anno che la gara è stata interrotta per le avverse condizioni meteo. Eppure Andrea Macchi, giardiniere e portacolori dell’Atletica Gavirate, colui che aveva promesso eterno amore alla sua Chiara l’anno scorso appena conquistata la maglia da finisher della gara, ci ha riprovato. Ed è stata un’impresa leggendaria. È stato fermato, con gli altri atleti rimasti in gara, a circa cinquanta chilometri dal traguardo per le proibitive condizioni del meteo, ma la classifica lo colloca al sedicesimo posto assoluto, tra i primi italiani su più di ottocento concorrenti. Adesso sta bene, passeggia sereno in Val Ferret con la moglie, poi si concede alla premiazione in piazza, a Courmayeur, ma non ha dubbi nell’affermare: «Sì, stavolta ho pensato che potevo morire».
«Sono partito sotto l’acqua da Courmayeur - racconta Andrea - senza forzare ma è stato terribile affrontare i tre colli successivi».

2.800, 3.000 e 3.300 metri di altitudine: ecco serviti i primi tre giganteschi ostacoli affrontati con pioggia e neve lassù in alto.

«Mi sono detto: meglio non dormire perché se non sei arrivato al limite, se gli occhi non ti si chiudono e non arrivi al punto di non capire nemmeno quali siano le strade giuste, non riesci nemmeno a riposarti. Così sono andato avanti, tra freddo e sonno ho affrontato le salite. A un certo punto non ce la facevo proprio più e ho dormito cinque minuti sotto una pianta, mentre pioveva. Ho scollinato di notte con la neve che veniva giù e io che mi aggrappavo ai bastoncini per non cadere. Ho avuto paura, ero solo e non sapevo se ce l’avrei fatta».

Gli altri concorrenti, anche se ci sono, vanno al loro ritmo, «per carità, se c’è bisogno ci si aiuta ma in quel momento eravamo tutti cotti come mondelle».

Dopo una notte del genere, vedere Cogne all’orizzonte è come sentirsi in paradiso.

«Lì c’è Chiara che mi attende, mi sistema i piedi pieni di fiacche, mi cambia i cerotti e mi dà le altre scarpe. Poi riparto».

Piove sempre.

«Di giorno viaggio con mantellina e cappuccio, di notte con la lampada. Non vedo più avanti di un metro sotto ai miei piedi. Mi sembra di diventare matto».

Cominciano le nuove difficoltà, i sassi, la lunga discesa e la salita tosta.

«Ho visto un concorrente che dalla fatica litigava con i sassi. Mi sono detto: basta, ora devo tornare nel mondo degli umani». Superato Niel («dove l’anno scorso volevo dare l’anello a Chiara perché non ce la facevo più»), si va verso Gressoney. La fatica inizia a penetrare ogni fibra dei muscoli, ma Andrea Macchi va avanti fino ad Ollomont dove arriva la notizia dell’interruzione della gara perché sull’ultimo colle le condizioni atmosferiche sono proibitive. Mancano cinquanta chilometri al traguardo ma va bene così. Non resta che festeggiare. E riposare.
Andrea torna al lavoro lunedì 21 settembre, già progetta la prossima avventura al trofeo Kima di Val Masino in provincia di Sondrio il 28 agosto ma soprattutto pensa al viaggio di nozze in Australia nel periodo di Natale. Meritato.

Estorsione a scuola: bullo nei guai

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Una lezione esemplare sulla legalitàche vale per la vita. L'ha subita sulla sua pelle un bullo ecuadoregno di 15 anni e di riflesso i suoi compagni di scuola, quelli dell'ITC Enrico Mattei di via Padre Vaiani, a Rho.

Il bulletto, lo scorso venerdì 18 settembre, aveva sottratto la bicicletta a un coetaneo che l'aveva posteggiata con la catena, all'inferriata della scuola. La bici, rubata, era stata sistemata poco distante, legata a un'altra. All'uscita di scuola, il proprietario della bicicletta l'ha ritrovata ma ha dovuto fare i conti col quindicenne sbruffone che prima ha rivendicato la proprietà della bici, poi ha minaciato il quindicenne: "O mi dai 50 euro o la bici non la rivedi più".

Il derubato, davanti all'estorsione, s'è opposto come ha potuto, spiegando che i soldi non li aveva. Alla fine, il suo ricattatore l'ha messo all'angolo: "Vieni domani con 25 euro e se non ce li hai ti vengo a cercare io".

Il ragazzo, rientrato a casa, ha parlato al padre. E quest'ultimo ha deciso di sporgere denuncia al Commissariato di Rho Pero, agli stessi poliziotti che avevano tenuto una lezione sulla legalità proprio alla "Mattei". Sabato 19 settembre, poco prima del suono della campanella, s'è svolta una lezione di legalità applicata: il quindicenne ecuadoregno s'è presentato davanti alla sua vittima, con fare minaccioso e il suo coetaneo gli ha consegnato i 25 euro per il "riscatto" della bici. Quindi è andato in classe. Il bullo invece, convinto d'averla fatta nca, s'è visto circondare da due agenti che, videoripresa l'estorsione in diretta, l'hanno prelevato e portato in Commissariato per la denuncia. Il ragazzo è stato poi riaffidato ai genitori ma deve rispondere di estorsione al Tribunale dei minori.

Altro servizio sulla Prealpina di martedì 22 settembre.

Bici contro la Varesina-bis

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Bici contro la Varesina-bis

«Il nostro obiettivo è fermare la Varesina bis e la Pedemontana, sappiamo che possiamo farcela. Anche perchè i soldi privati per costruirla non sono arrivati e così sarà pagata con i soldi pubblici: insomma noi cittadini prima dovremo pagarne la realizzazione e poi, quando ci sarà il pedaggio, anche il mantenimento».
Sta   indubbiamente in questa frase dei responsabili del “Comitato no Varesina Bis” il succo della giornata di protesta organizzata domenica 20 per contestare la costruzione della Pedemontana e della stessa Varesina bis.
La giornata contro dei comitati ecologisti, arrivati numerosi da tutta la zona, è iniziata in mattinata, quando due gruppi di ciclisti si sono ritrovati l’uno a Uboldo e l’altro alla Cascina San Bernardo di Tradate per convergere poi nel parco del Rugareto e infine raggiungere il Garden Sporting Club, dove, dopo un pranzo “popolare”, c’è stata l’assemblea pubblica sull’argomento.
«Le due biciclettate sono andate bene - dicono gli organizzatori - a entrambe hanno partecipato una quarantina di persone. Il gruppo di Tradate è passato sulla Varesina e si è preso anche qualche insulto da pochi automobilisti nervosi, mentre gli altri non hanno protestato».
Nel pomeriggio, all’assemblea, erano una novantina i partecipanti: «C’erano tanti comitati locali, da “Salviamo il paesaggio” a “Eco ‘90”, da “Acqua bene comune” al “No Pedemontana” che raccoglie tanti altri sottocomitati - proseguono gli organizzatori - e insieme, ascoltato un geologo che ci ha spiegato con precisione quali rischi ecologici correrà il territorio e i danni che sono già stati fatti, sono state decise le prossime tappe della protesta». Insomma, la lotta prosegue e i comitati sono più che mai convinti che in passato è stata persa una battaglia,  non la guerra.

Saronno più forte: anche dei ladri

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Saronno più forte: anche dei ladri

Con un cuore grande il Saronno Softball centra la promozione nell’Italian Softball League, battendo in gara-5 della finale dei playoff l’Unione Fermana con il rotondo punteggio di 4-0. Una grande festa è esplosa al termine dell’incontro sul diamante di via Ungaretti per un traguardo meritato che mancava dal 2002. Il successo è stato reso possibile dalla società che ha lavorato con intelligenza nella programmazione per raggiungere il tanto agognato salto di qualità.
L’Unione Fermana voleva ritornare al più presto nella massima serie del batti e corri femminile ma la sua ambizione ha dovuto fare i conti con la tenacia e con la preparazione della squadra allenata dal manager Flavio Minari, al quale il direttore tecnico Davide Soldi rivolge un grande ringraziamento: «Grazie a tutta la squadra, al nostro manager che da novembre ha condotto sempre questo gruppo che ha giocato sempre al massimo, impegnandosi in allenamento per raggiungere tutti insieme un risultato di prestigio per tutta la società, che premia gli sforzi di questi anni». La gara ha avuto la sua chiave tattica nella grande difesa del Saronno Softball, con la lanciatrice Alice Nicolini che è stata protagonista di una gara strepitosa.

Da segnalare anche un episodio di cronaca: mentre le ragazze del Saronno softball conquistavano sul diamante la promozione in A1, i ladri hanno cercato di svaligiare lo spogliatoio degli arbitri.  Non ci sono riusciti per il tempestivo intervento di uno degli addetti al campo, che li ha messi in fuga dopo che avevano parzialmente scassinato la serratura della porta.
Teatro della vicenda il centro sportivo di via Ungaretti, sabato sera, dov’è andata in scena la “bella” dei playoff di serie A2 fra Saronno e Unione Fermana. Presenti oltre 200 spettatori, c’era tanta gente ma il plesso degli spogliatoi si trova proprio dall’altra parte dell’impianto, ben lontano da “occhi indiscreti”. I malviventi, un paio di persone, sono entrati probabilmente mischiandosi al pubblico e girando attorno al diamante sono arrivati in zona spogliatoi. Gli sconosciuti hanno parzialmente scassinato la serratura, ma prima che potessero entrare negli spazi destinati ai direttori di gara sono stati visti da uno dei responsabili del Saronno che è accorso costringendoli a una precipitosa fuga. Quindi c’è stato l’intervento dei carabinieri e le ricerche nelle strade vicine, che però non hanno dato esito.

Altri servizi sulla Prealpina in edicola lunedì 21 settembre

Betoniera si ribalta

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Betoniera si ribalta

Betoniera "a gambe all'aria", danni in via 25 Aprile a Mornago. I vigili del fuoco di Varese e del distaccamento di Somma Lombardo sono intervenuti nel pomeriggio di lunedì 21 in territorio di Mornago, in via 25 Aprile, in seguito a un incidente che ha provocato il ribaltamento di una betoniera. Un camion per il trasporto del calcestruzzo, durante operazioni di scarico in un cantiere, causa il cedimento del terreno si è ribaltato. Nel ribaltamento il braccio telescopico del mezzo ha colpito e danneggiato il tetto di un'abitazione e alcuni cavi dell'energia. I vigili del fuoco, intervenuti con un'autopompa e un'autoscala, hanno lavorato a lungo per mettere in sicurezza l'area in attesa del recupero della betoniera affidata a privati.

Il cous cous parla bustocco

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Il cous cous parla bustocco

Da piazza San Giovanni alla punta occidentale della Sicilia all'insegna di una specialità dal sapore arabo. Stefano De Gregorio, di Busto Arstizio, è lo chef vincitore del campionato italiano di cous cous, la gara che si è svolta nell’ambito della diciottesima edizione del Cous Cous Fest disputata a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani. Con una ricetta di cous cous al gambero rosso di Mazara accompagnato da maionese, finocchietto, ficodindia, pistacchio di Bronte e limone dal titolo “Viaggio in Sicilia”, De Gregorio si è imposto tra i sei chef in gara, selezionati tra oltre 50 candidature provenienti da tutta Italia. Grazie a questa vittoria farà parte della squadra italiana, capitanata dallo chef sanvitese Rocco Pace, in gara alla competizione internazionale di cous cous che vedrà sfidarsi, da giovedì, chef provenienti da dieci Paesi: Brasile, Francia, Israele, Italia, Marocco, Mauritius, Palestina, Senegal, Stati Uniti e Tunisia.
“E' una vittoria molto importante per me - spiega De Gregorio - dal momento che il Cous Cous Fest è una bella vetrina di grande visibilità. Amo molto il sud Italia e la mia tipologia di cucina è molto mediterranea. Nei miei piatti cerco di valorizzare i territori anche se non mi appartengono direttamente”. A giudicare le ricette sono state due giurie. Del panel tecnico, presieduto dalla food blogger Chiara Maci, hanno fatto parte gli chef sanvitesi Enzo Battaglia, Giovanni Torrente e Rocco Pace, l’amministratore unico dell’azienda Bia, Luciano Pollini e la food blogger Daniela Corso. Anche i visitatori della rassegna hanno espresso il loro giudizio assaggiando e votando tutte le ricette.
Il programma del Cous Cous Fest, che si chiude domenica 27 settembre, prosegue con show cooking, incontri, talk show e grandi concerti gratuiti. Martedì 22 uno dei concerti più attesi, Elio e le storie tese, gruppo cult milanese. Elio, prima del concerto, sarà intervistato sul palco da Vladimir Luxuria nell’ambito di Cafè le cous cous, il talk show del festival.

'Discriminato perché di Forza Italia'

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"Discriminato perché di Forza Italia"

«Sono profondamente addolorato, una cosa del genere non mi era mai successa. Una brutta cosa». Il consigliere regionale di Forza Italia, Luca Marsico, non nasconde il suo stupore: «Sono stato vittima di una discriminazione politica». Il fatto “incriminato” risale a domenica. In programma a Ispra la posa della piastrella sulla passeggiata dell’amore, iniziativa (ormai consolidata) che vede protagonisti il Comune e un’associazione culturale. Dettaglio non trascurabile: è patrocinata dalla Regione, «che io rappresento in qualità di consigliere» sottolinea Marsico. Si tratta in sostanza della posa appunto di una piastrella col nome dell’autore e la poesia vincitrice di un concorso che si svolge all’inizio dell’anno. Censurato? «Sì, dall’amministrazione di centrosinistra perché  sono di Forza Italia». Il consigliere regionale “azzurro” si era presentato, accompagnato da moglie e figli, per attestare la bontà dell’iniziativa, «per dare eventualmente un breve saluto». Ma mentre era in corso la manifestazione «mi si è avvicinata l’assessore alla Cultura dicendomi che col sindaco avevano deciso di non farmi parlare perché troppo dirompente, testuali parole». Ma c’è di più: sarebbe stata data indicazione, allo speaker della cerimonia, di non citare la presenza del consigliere regionale. «Che cosa vuole dire dirompente? Ero lì solo a testimoniare l’elogio della Regione per la loro iniziativa. Brutto clima» conclude Marsico.

Servizio completo sulla Prealpina in edicola martedì 22 settembre

Spaccata: via con la cassaforte

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Spaccata: via con la cassaforte

In  nove, tutti incappucciati, sono arrivati in piazza Sant’Ilario a bordo di un carro attrezzi e una vecchia Ford Escort e in dieci minuti hanno messo a segno il colpo al Credito Bergamasco: hanno portato via la cassaforte dello sportello del bancomat sradicandola dalla sua sede. E mentre fuggivano la berlina non è ripartita tanto che hanno dovuto spingerla con il carro attrezzi stesso. Non si sa ancora l’ammontare del bottino: l’istituto di credito non ha reso ufficiale la cifra.

Il motivo? La cassa del bancomat alla fine del week end probabilmente era quasi vuota. I carabinieri della Compagnia di Saronno che si stanno occupando delle indagini – in particolare la stazione di Gorla Minore – dovranno capire per quale motivo i ladri abbiano messo a segno il colpo nella notte fra domenica e lunedì e non all’inizio del weekend, quando la cassa sicuramente sarebbe stata piena di denaro. Resta questo uno degli interrogativi principali. Stando alla prima ricostruzione i malviventi sono arrivati da via Indipendenza a bordo dei due mezzi, entrambi senza targa, probabilmente rubati. Velocissimi, hanno imbragato la cassa automatica e hanno legato le imbragature al carro attrezzi. Poi hanno dato il gas al motore del carro attrezzi, la vetrata antisfondamento della banca è andata in frantumi mentre la cassa è stata letteralmente portata via dalla banca. In quei momenti si è sentito un botto impressionante che ha svegliato i residenti di piazza Sant’Ilario che hanno chiamato il 112 e si sono barricati in casa spaventati. E i ladri sono scappati in pochi istanti in direzione di via Cislago e della strada provinciale Sp 19.
Al momento le indagini sono in corso: i militari dell’Arma hanno richiesto tutte le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza non solo della banca ma anche quelli comunali in piazza Sant’Ilario e gli occhi elettronici della parrocchia.

Altro servizio sulla Prealpina in edicola martedì 22 settembre.

Magazzino in fiamme a Sangiano

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Magazzino in fiamme a Sangiano

Le fiamme sono partite da una cella frigorifera della floricultura: la causa ipotizzata è un corto circuito ma sono ancora in corso verifiche. Sta di fatto che i vigili del fuoco dei distaccamenti di Laveno Mombello e Ispra, la tarda serata di lunedì 21 settembre, verso lle ore 23.30 sono dovuti intervenire in un'azienda di Sangiano.La floricoltura di via Verdi è stata interessata da un incendio: all'interno di capannone una cella frigorifera ha preso fuoco. I vigili del fuoco sono intervenuti con due autopompe, in supporto da Varese un'autobotte e un'autoscala, l'incendio è stato spento e l'area messa in sicurezza.

Via i gradoni dalla piazza

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Via i gradoni dalla piazza

Via al cantiere per la demolizione dei gradoni di piazza Repubblica. Verranno abbattuti, o meglio tagliati a pezzi e portati via, quelli dal lato del centro commerciale. Al lavoro un’impresa bergamasca. L’intervento era stato programmato in questo mese ma non c’era una data precisa di inizio. E’ stata decisa lunedì 21 dopo che un’azienda di Finmeccanica, proprietaria di due telecamere installate proprio su quegli spalti, è intervenuta per rimuoverle. Era necessario: dovendo smantellare i gradoni, tutto ciò che c’è sopra va tolto. Così era stato, nei giorni scorsi, per il bersò in ferro. E dunque, si comincia. Quanto durerà il cantiere? Un paio di settimane, meteo permettendo. L’area è già stata transennata. Non sono previsti intoppi alla viabilità  attorno alla piazza. La prima fase prevede appunto la rimozione, a blocchi. La seconda, la nuova pavimentazione che verrà realizzata in resina. Dove oggi c’è la “barriera”, si creerà uno spazio aperto che da subito potrà essere meglio sfruttato per manifestazioni e mercatini. Perché solo le gradinate dal lato delle Corti e non (anche) quelle opposte, più a ridosso dell’ex caserma Garibaldi? Semplice: le gradinate verso via Spinelli hanno sotto e all’interno delle tubature, delle reti, che non possono essere spazzate via. Non adesso; succederà quando verranno realizzati gli interventi, previsti dal masterplan, di riqualificazione della piazza. L’attuale cantiere costerà oltre 200.000 euro. E un effetto già lo ha prodotto con la delimitazione mediante transenne: i bivacchi si sono spostati. 

Manette alla banda del machete. Indagini anche a Varese

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Il luogo dell

Associazione per delinquere, tentato omicidio, rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, lesioni personali aggravate e detenzione e porto di armi da sparo e da taglio. Questi sono i principali reati ipotizzati a carico di quattordici persone, ritenute esponenti dell'organizzazione criminale Barrio 18 che fa capo a un clan salvadoregno.

La Squadra Mobile di Milano ha dato esecuzione a perquisizioni e arresti all'alba di martedì 22 settembre setacciando obiettivi situati nelle province di Milano, Varese, Como e Belluno.

Dai primi esiti dell'indagine, spicca il fatto che tra le caratteristiche della banda ci sono una rigida gerarchia con un codice di obbedienza applicato con la violenza, un rito di affiliazione costituito da un pestaggio di gruppo, spedizioni punitive con coltelli, machete e pistole, tatuaggi per riconoscersi, graffiti per marcare il territorio, una cassa comune per le esigenze della banda e dei complici detenuti alimentata dallo spaccio di droga e da reati contro il patrimonio.
Nel corso dell’indagine della Squadra Mobile milanese, coordinata dal pm Enrico Pavone (l’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Paolo Guidi), sono stati sequestrati coltelli, pistole e machete. È stato inoltre sventato l'omicidio di un esponente di una banda rivale, poi coinvolto nei fatti dell’11 giugno 2015 alla stazione ferroviaria Villapizzone, quando un gruppo di affiliati alla pandilla della Ms13 ha quasi amputato il braccio con un machete a un capotreno che gli aveva chiesto il biglietto del treno.

Altri servizi sulla Prealpina di mercoledì 23 settembre.

Franzato, venti(cinque) di festa

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Franzato, venti(cinque) di festa

Da giovedì 24 settembre sino alla fine di novembre sono venticinque i diversi eventi "performativi" tra Varese e Milano (anche al prestigioso Teatro Elfo Puccini) e un centinaio gli interpreti, attori, musicisti, danzatori e registi coinvolti, oltre a una produzione italoungherese direttamente commissionata da Budapest con uno spettacolo che emerge come una delle produzioni culturali più interessanti nel panorama internazionale nel centenario della Grande Guerra, l'esclusiva per la rappresentazione di un testo inedito di Pier Paolo Pasolini nel 40° anno dalla morte del grande poeta, intellettuale e regista.

Così il Teatro Franzato festeggia il 2015. un anno ricco di anniversari: il ventesimo dell'Accademia Teatro Franzato (la prima scuola teatrale creata a Varese), il ventesimo del festival Teatro & Territorio, il decimo dei Pomeriggi Teatrali e il trentesimo della carriera di Paolo Franzato.

Il primo festival internazionale delle arti performative a Varese e dintorni, Teatro & Territorio, propone quindi per la sua XX edizione, la seconda parte (autunnale) delle iniziative dal titolo “I primi trent'anni del Teatro Franzato”, in omaggio al percorso teatrale, culturale e pedagogico del regista-pedagogo varesino Paolo Franzato, la cui attività è divenuta di importanza e richiamo internazionale. In programma giovedì 24 settembre, ore 16, alla Biblioteca comunale “Virgilio” di Cadegliano Viconago, il recital “I libri si mangiano?” in cui lo stesso Franzato sarà l'interprete protagonista sul testo di Aleksandra Damnjanovic, con la partecipazione della musicista Raquel Mollà Ivorra.

Una iniziativa organizzata dal Comune di Cadegliano - Progetto Inter-comunale ProExpo 2015, con la collaborazione dell'Associazione culturale La Rondine. Da mercoledì 30 settembre a domenica 4 ottobre, alla Sala polifunzionale in piazzale Luraschi a Porto Ceresio, sarà aperta al pubblico la Mostra sui 30 anni di carriera del regista e pedagogo teatrale Paolo Franzato, con foto di spettacoli, performance, film, locandine, scritti, estratti da cataloghi, libri, tesi di laurea.

Vernissage mercoledì 30 settembre dalle ore 18 alle 22. Orari: giovedì e venerdì ore 17-22; sabato e domenica 10-12, 14.30-18.30 e 20-22. Da mercoledì 7 ottobre a mercoledì 2 dicembre alla Biblioteca comunale di Porto Ceresio, si svolgerà la VII edizione del Laboratorio Porto Tatro, condotto da Franzato (info e iscrizioni al 347.4657358). Queste due manifestazioni ceresine hanno il patrocinio del Comune di Porto Ceresio.

Sabato 10 ottobre alla Sala Montanari di Varese avverrà poi una kermesse di proiezioni video di alcuni degli ultimi spettacoli del Teatro Franzato, con la regia di Paolo Franzato: ore 18 I linguaggi dell'amore; ore 19.30 Commedia senza titolo da Karl Valentin e Federico Garcia Lorca; ore 21 Dio da Woody Allen. Infine domenica 29 novembre, dalle ore 16.30, al Teatro Mario Apollonio di Varese verrà inaugurata l'XI edizione della rassegna Pomeriggi Teatrali organizzata dal Circolo Endas con la direzione artistica di Paolo Franzato. Durante tutti gli eventi del Festival è possibile informarsi e iscriversi ai laboratori della XXI edizione dell'Accademia Teatro Franzato 2016 (info Accademia Teatro Franzato: 347.4657358 e 340.7426770 e cliccando QUI).


Scontro a Marchirolo: due feriti

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I vigili del fuoco del fuoco di Varese, la mattina di martedì 22 settembre, verso le ore 10.30, sono intervenuti a Marcihrolo sulla Statale 233, dove s'era verificato un incidente stradale. Per cause ancora in fase di accertamento, un furgone condotto da un ventiquattrenne e un'utilitaria, con a bordo una settantenne, si sono scontrati. I vigili del fuoco intervenuti con un'autopompa hanno messo in sicurezza i veicoli e collaborato con il personale sanitario per soccorrere i feriti, che comunque non sono gravi.
 

Trafficava droga in riva al lago. Snidato e arrestato

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Trafficava droga in riva al lago. Snidato e arrestato

Era scappato in Svizzera ma la sua latitanza s'è conclusa dopo cinque anni, grazie alla collaborazione tra guardia di finanza e autorità di polizia elvetiche e alla leggerezza dei complici, che, facendogli visita, hanno permesso agli inquirenti si scoprire il bunker in cui s'era nascosto.

Nell’ambito dell’operazione touch and go, i finanzieri della Compagnia di Luino e del Nucleo di Polizia tributaria di Varese sono riusciti a individuare la base logistica e il rifugio di un quarantenne di Biandronno. L'uomo si eranascosto nel Canton Ticino, a poche centinaia di metri dal valico comasco di Ronago: secondo gli inquirenti, è a capo di una vera e propria piramide del crimine, con al vertice i trafficanti di droga che mantenevano contatti diretti con le fonti di importazione di stupefacenti direttamente da Olanda e Svizzera.

Non per caso, sul quarantenne, era pendente un mandato di cattura internazionale e una richiesta di estradizione a seguito dell’operazione New Trip condotta nel 2010 dalla Gdf di Varese, che portò al sequestro di oltre 24 kg di marijuana, 5 kg di hashish, 5 kg di pasticche d’ecstasy e alcune decine di grammi di cocaina.

Il ricercato, punto di riferimento dell’organizzazione, era scappato in Svizzera a seguito dell’arresto della compagna, avvenuto a Biandronno nel febbraio 2010, in quanto trovata in possesso di circa 20 chili di marijuana e di 4,650 Kg. di anfetamina (pari a circa 120mila dosi singole). Proprio dalla Svizzera, imperterrito, ha continuato a gestire il traffico illecito attraverso i suoi collaboratori presenti lungo la fascia di confine italosvizzero.

Una leggerezza dei complici del latitante ha determinato la fine della sua fuga in quanto, proprio investigando sui suoi sodali, è stato localizzato, nei pressi della sua abitazione fantasma, un vero e proprio bunker, in territorio elvetico, dove la polizia cantonale elvetica, con l’ausilio investigativo dei finanzieri italiani, ha provveduto ad eseguire il mandato di cattura internazionale.

Nel corso delle operazioni svolte dalla Cantonale, sono state rinvenute diverse sostanze stupefacenti, un’arma da fuoco con proiettili illegalmente detenuta e denaro contante.

Ampio servizio sulla Prealpina di mercoledì 23 settembre.

Mira al fagiano, spara a un passante

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Mira al fagiano, spara a un passante

Ha mirato forse a uno dei pochi fagiani che ancora sopravvivono da queste parti e alcuni pallini hanno colpito al volto un passante, su una strada vicina.
Momenti di paura nel tardo pomeriggio di lunedì 20 settembre nella periferica via Rovello a Gerenzano, anche se dopo l’intervento di un'ambulanza la prognosi è stata tranquillizzante: il malcapitato - un quarantasettenne del posto - ha riportato solo un taglio a un labbro, nulla di grave.
Sarebbe senz’altro potuta finire molto peggio e sul posto sono accorsi anche i carabinieri della Compagnia di Saronno, per accertare i fatti. Il cacciatore, costernato, ha contribuito a prestare i primi soccorsi al ferito e ha spiegato ai tutori dell’ordine la dinamica dell’accaduto. L’episodio è avvenuto alle 18.30: marito e moglie, in bicicletta, stavano percorrendo la strada al confine del paese quando all’improvviso hanno sentito uno sparo e un attimo dopo l’uomo è stato raggiunto da qualcosa al volto e ha iniziato a sanguinare.

Servizio completo sulla Prealpina di martedì 21 settembre.

Palazzina a fuoco: danni e paura

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Palazzina a fuoco: danni e paura a Cairate (foto Zidda)

Sono stati i passanti a dare l'allarme. Una palazzina di via Mazzini, a Cairate, stava bruciando: le fiamme, divampate al secondo piano, in un'abitazione che si presume deserta, stavano lambendo l'appartamento al piano superiore. Così, intorno alle ore 12.30 di martedì 22 settembre, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire in forze da Busto Arsizio, Saronno e Varese per spegnere il rogo e per verificare l'agibilità della struttura. Non risultano feriti, né evacuati anche se due anziane donne, residenti nella palazzina, sono state visitate dalle équipe mediche inviate dal 118.

Altro servizio sulla Prealpina di mercoledì 23 settembre.

Regine di ascolti in tv

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Cristina, Chiara e Silvia Nelba

Erano state ribattezzate le Sorelle d’Italia per aver fatto breccia nei cuori della gente grazie alla loro spontanea simpatia: sono le sorelle Silvia, Chiara e Cristina Nelba meglio note come le Ombre di Pino nel quiz televisivo Reazione a catena. E domenica 20 settembre, le tre malnatesi, figlie di Pino Nelba e della signora Ombretta (dai genitori il nome Ombre di Pino) sono tornate su Rai Uno, erano state campionesse nella stagione del 2013 presentata da Pino Insegno.
Questa volta sono andate in onda in prima serata per la finale del game show presentato da Amadeus che ha vinto la gara d’ascolti proprio del 20 settembre, battendo di misura anche Il Segreto con 4,3 milioni di telespettatori e uno share del 18.31%. Su La7, la finale di Miss Italia, nonostante novità e cambiamenti rispetto al passato, si è accontenta di 800mila spettatori.
Per la finale del quiz ribattezzata Reazione a Catena Extra, le sorelle sono state scelte insieme con altri tre gruppi di campionissimi: i Tiri da tre, le Tre civette e le campionesse le Intese a distanza.
«Una grande emozione tornare in televisione: ormai avevamo archiviato il gioco, non ci pensavamo neppure più quando la Rai ci ha chiamate per questa edizione extra non eravamo molto pronte. Io ero al lavoro, Silvia in Olanda per studio e Cristina in vacanza».
La partecipazione delle tre è stata a rischio fino all’ultimo momento: proprio al momento delle registrazioni Silvia doveva discutere la tesi di laurea in ingegneria (come ha detto papà Pino con orgoglio: «si è laureata con 110 e lode, naturalmente») e andare a Napoli era davvero complicato.
«Alla fine con qualche sforzo siamo riuscite a partecipare ma anche questa volta non ci siamo preparate: siamo andate perché ci faceva piacere. Del resto non potevamo fare diversamente, infatti questa volta l’emozione ci ha giocato un brutto scherzo, certo che se avessimo vinto ci avrebbe fatto piacere».
E domenica sera le sorelle si sono riviste la puntata extra in famiglia,
«Siamo state ciascuna a casa sua con i nostri bimbi che si sono emozionati. Siamo state costrette  perché lunedì la sveglia suona per la scuola. E tutti si sono emozionati vedendo le mamme in televisione, fa sempre un certo effetto».
E poi il rapporto con i fan che dal 2013 non si è mai interrotto grazie ai social network (ci sono due fan page): «Ci seguono con tantissimo affetto, continuano sui social a contattarci e ci fanno tanti complimenti. Siamo entrate nel cuore degli italiani, ma alcuni non si ricordano chi siamo e credo che sia normale. C’è da dire che siamo state scelte per questa edizione extra forse non per i record che ormai sono superati ma probabilmente per l’affetto che i telespettatori hanno avuto e alcuni hanno ancora. Ed erano più dispiaciuti di noi».

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