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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Minacciò assessore: barman condannato

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Minacciò assessore: barman condannato

«Che cos’è quella roba? Se non la fai togliere rapidamente non so che cosa ti può succedere».

Questa minaccia, proferita nel maggio di sei anni fa all’indirizzo dell’allora titolare dell’assessorato alla sicurezza del Comune di Vergiate, Franco De Tomasi, sono costate al titolare di un bar una condanna a quattro mesi di reclusione.

Una condanna inflitta in primo grado dal Tribunale di Busto Arsizio e confermata ieri, martedì 27 giugno, dai giudici della seconda Corte d’Appello di Milano.

Premesso che le minacce a pubblico ufficiale (così è stato inquadrato il reato oggetto del procedimento penale) furono abbinate ad atteggiamenti a dire poco aggressivi (l’imputato avrebbe stretto un braccio e provocato un livido al malcapitato amministratore e lo avrebbe spintonato in malo modo), a scatenare la rabbia dell’esercente non fu tanto la decisione dell’ente locale di installare una telecamera nel piazzale antistante il locale quanto quella di direzionarla verso l’interno del bar e non verso il parchetto antistante.

Siccome l’allora assessore rivendicò tanto la bontà della scelta quanto il suo corretto posizionamento della telecamera da parte di una società specializzata in videosorveglianza per aree pubbliche, N.A.A., cinquantatreenne originario della provincia di Salerno, perse le staffe.

Il processo, non essendoci testimoni neutri presenti al fatto (se non un vergiatese che però ha ascoltato solo spezzoni del colloquio), è ruotato attorno alla credibilità o meno del racconto della persona minacciata. Per il Tribunale di Busto Arsizio come per la Corte d’Appello le dichiarazioni dell’ex assessore sono state considerate «prive di contraddizioni, scevre da contenuto calunniatorio e pianamente riscontrate».

Da censura, sempre secondo i giudici, la frase incriminata, nonché «le modalità costrittive che hanno accompagnato la prospettazione di un male ingiusto che l’imputato avrebbe avuto il potere di realizzare qualora l’assessore non si fosse piegato al suo volere».

All’imputato non è stato riconosciuto il beneficio della sospensione condizionale della pena, avendone goduto già un paio di volte in precedenza.


Sul bus dei disagi

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Sul bus dei disagi

Raccolta di firme (sarebbero già un centinaio) per migliorare il servizio sulla Linea Z. Sono le sottoscrizioni raccolte da Giuliana Regis e Pia Marantelli e spedita alle Autolinee varesine e al municipio per attivarsi su due situazioni. Primo: l’orario estivo.

«Chiediamo, anche nel periodo estivo - dicono le promotrici dell’iniziativa - di poter usufruire della linea Z, come durante l’anno scolastico. Una volta il ridimensionamento avveniva solo nei quindici giorni centrali di agosto, adesso dal 26 giugno fino al 26 agosto. Le corse sono diminuite da 14 a 12 al giorno e le altre sono state rimodulate negli orari, creando problemi a molti. Prima, per esempio, chi andava in città alla mattina prendeva il bus delle 8.05 oggi ha come alternative il 7.30 o l’8.45».

Il secondo problema della linea che collega Calcinate degli Origoni a Bregazzana, passando dal centro, riguarda le condizioni dei pullman.

«Sono privi di aria condizionata - aggiungono - e, anche se dopo la segnalazione sono stati sistemati, ora i mezzi creano condensa e piove dentro. Niente di sconvolgente, per carità, ma i rivoli d’acqua e la condensa sui sedili non sono un servizio impeccabile».

Come rispondono le Autolinee varesine?

Per quanto riguarda l’orario ridotto, «si tratta ovviamente di una caratteristica applicata a tutte le linee urbane e non solo alla Z. L’applicazione di diversi tipi di orario a seconda dei giorni (scolastico, non scolastico, ridotto..) non è deciso, al pari di moltissimi altri aspetti del servizio, in autonomia dalla nostra azienda; è infatti il contratto di servizio firmato con l’Agenzia del trasporto pubblico locale di Como-Lecco-Varese e con gli enti istituzionali a regolare queste caratteristiche e a prevedere quanti e quali giorni debbano avere un determinato tipo di orario. Anzi, la linea Z da questo punto di vista può ritenersi “fortunata” per due ragioni da un lato, non ha differenze tra il periodo scolastico e quello non scolastico; dall’altro, lo stesso periodo ridotto, che comporta giocoforza una riduzione, fa perdere solo due coppie giornaliere di corse e oltretutto introduce una cadenza oraria fissa che rende più semplice la comprensione del servizio».

E ancora: «Di fondo, ovviamente, c’è un problema di risorse per il comparto del trasporto pubblico che sono sempre diminuite nel corso degli anni: è infatti dal 2012 che il periodo ridotto estivo riguarda ben due mesi. Se ci sono meno risorse, si è obbligati, al momento della sottoscrizione dei contratti di servizio, a prevedere un numero minore di chilometri e dunque di corse, con tutte le conseguenze del caso. Per questo, almeno per quest’estate, non si potrà venire incontro alle richieste. Mi rendo conto di come motivazioni quali “non dipende da noi” e “non ci sono risorse” siano troppo spesso ripetute ai cittadini che chiedono delucidazioni su vari servizi: ma in tal caso, davvero, corrispondono alla realtà».

E sugli impianti di condizionamento dell’aria?

«Allo stato attuale ci risulta che tutti gli Otokar Vectio abbiano l’aria condizionata perfettamente funzionante (in realtà è proprio di ieri una precisa segnalazione sui social di segno opposto, con cui si lamentava il funzionamento al contrario dell’impianto, ndr). Qualora però riscontriate altre problematiche del genere, vi invitiamo a segnalarcele dettagliatamente così da poter intervenire per risolverle al più presto».

Intesa Italia-Svizzera: rinvio

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Intesa Italia-Svizzera: rinvio

«La ratifica dell’accordo fiscale fra Italia e Svizzera non è all’ordine del giorno del governo». Buone notizie per i frontalieri che temevano, a breve, di entrare nel meccanismo che avrebbe inasprito le tasse nei loro confronti. L’assenza di fretta del governo italiano sulla questione è stata rivelata e ribadita più volte ieri, martedì 27 giugno, da Simona Genovese e Marco Leonardi, consiglieri di Palazzo Chigi rispettivamente per i temi della politica e dell’economia, che hanno incontrato i rappresentanti sindacali Alessandro Tarpini (Cgil), Luca Caretti (Cisl), Raimondo Pancrazio (Uil), Andrea Puglia (Ocst) e Sergio Aureli (Unia).

«Abbiamo ricevuto rassicurazioni – spiega Tarpini - sul fatto che la firma dell’accordo non è all’ordine del giorno, in quanto non ci sono le condizioni previste dalle intese, in modo particolare per la parte relativa alle forme di discriminazione».

Infatti la conditio sine qua non per la sottoscrizione da parte italiana, riguardava proprio la rimozione di qualsiasi forma ritenuta discriminatoria nei confronti dei lavoratori italiani.

Ed è vero che il Canton Ticino ha deciso di togliere l’obbligo di presentazione del casellario giudiziale in caso di firma dell’accordo ma, sul tavolo, restano comunque la questione di “Prima i nostri” e i paletti nei confronti delle imprese italiane riguardanti la Lia e gli appalti pubblici.

«Senza contare il fatto che – aggiunge Tarpini – è proprio di pochi giorni fa il lancio dell’Udc svizzera (il partito elvetico al 30% alle ultime elezioni federali, ndr), dell’iniziativa popolare per eliminare la libera circolazione delle persone con l’Unione europea». Vale a dire un provvedimento che, se passasse, sarebbe quasi sicuramente la pietra tombale su qualsiasi forma di accordo.

D’altro canto, anche se non è stato ufficialmente affermato a Palazzo Chigi, la vicinanza con le elezioni Politiche italiane, ha aiutato Roma a rimandare la decisione sull’accordo italo-svizzero. Visto che, alla peggio, si andrà a votare fra un anno, la maggioranza si guarderà bene di andare ad approvare un provvedimento che metterebbe sul piede di guerra 65.000 frontalieri e relative famiglie alla vigilia del voto e in un momento in cui il Partito democratico, vale a dire l’azionista di maggioranza del governo in carica, non gode certo di buona salute.

«In ogni caso – conclude Tarpini – i rappresentanti di Palazzo Chigi si sono detti disponibili a occuparsi della convocazione di un tavolo di discussione per affrontare le tematiche relative al lavoro frontaliere e quindi: dumping salariale, discriminazioni, diritti, protezione sociale, fisco ed economia del territorio. Giudico positivamente l’incontro, anche se restano delle questioni interlocutorie da affrontare. Di certo vi è soltanto che la ratifica dell’accordo approvato preliminarmente nel 2015 non è all’ordine del giorno del governo».

Come Luca Chiaravalli nessuno mai

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Paola Turci il primo luglio sarà in concerto al Castello Visconti di Pavia

Maturità artistica, consapevolezza di sé, icona della femminilità. Tutto questo è Paola Turci, tutto questo è il Secondo Cuore Tour che farà tappa il primo luglio al Castello Visconteo. Per la cantautrice classe 1964, questo nuovo progetto è un vero crocevia della sua carriera e non solo. «Ora sono davvero a fuoco. Vivo questo disco in prima persona, come un vestito».

Una schiettezza e forza che ha travolto il pubblico, a Sanremo con la canzone Fatti bella per te, e anche ora con il nuovo singolo La vita che ho deciso. Un brano scritto insieme a Luca Chiaravalli, «la più bella scoperta che potessi fare».

Possiamo dire che Luca Chiaravalli tocca le corde giuste del tuo desiderio di far musica?

«L’amicizia e la stima per Luca è davvero immensa. Una di quelle persone che deve essere presa ad esempio. Sono sempre stata affascinata da chi riesce a rialzarsi e sorridere. La sua vitalità mi ha fatto innamorare di lui, non lo conoscevo e sono stata conquistata. È un fiume in piena ed è stato facile lavorare insieme. Spero davvero di rifare un disco con lui e di averlo sempre come produttore. Tira fuori da me quello che nessuno era riuscito a fare. Questo disco mi assomiglia, è davvero il mio disco. È tutto, molto, forte».

Come hai ritrovato il tuo pubblico dopo questo nuovo album?

«Le risposte che ricevo sono la prova tangibile di un lavoro fatto bene. Un pubblico teatrale che non riusciva a stare seduto è una grande soddisfazione. Nei miei live canto quasi tutto il nuovo disco, e non è una cosa semplice. Sono tutte tracce che si adattano benissimo a un concerto. Le sento come un vestito che porto sul palco con orgoglio».

In un periodo di grandi cambiamento per la musica italiana, Paola Turci torna al top delle classifiche. Allora l’equazione musica di plastica uguale successo non è sempre vera.

«Potrebbe essere sorprendente. Ma è proprio così. Io forse non avevo ancora espresso le mie capacità ed ora che ci sono riuscita è emerso che al pubblico piace quel che avevo da dire. Non avevo aspettative, ma ritornare così è stato grandioso».

 

Pompieri spostati, caserma vuota

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Pompieri spostati, caserma vuota

Nubifragio e pompieri con la caserma vuota: non accadeva da tanti anni che il distaccamento di Saronno si trovasse in simili difficoltà di organico, almeno da quando l’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aveva garantito gli auspicati rinforzi per evitare le periodiche chiusure «per forza maggiore».

La sera di lunedì 26 giugno, alle 20, la squadra uscente era in servizio sull’ex statale Varesina a Caronno Pertusella per la caduta di due alberi, ma nessuno le ha potuto dare il cambio.

Tecnicamente, durante la notte, il Comando saronnese di via Strà Madonna non ha chiuso, ma in servizio erano soltanto in due, troppo pochi per organizzare l’uscita anche di un solo mezzo. E questo malgrado ce ne fosse un gran bisogno, dopo il violento temporale abbattutosi su tutto il Saronnese e che ha anche costretto al rinvio delle gare del campionato europeo di softball in programma sul vicino campo di Caronno.

È stata la prima volta dopo tanti anni che il turno notturno è restato di fatto “scoperto”: la maggior parte dei pompieri è stata in realtà dirottata in altri comandi della provincia, perché anche lì la coperta era troppo corta.

Il tutto, dunque, sacrificando il distaccamento di Saronno, oltre tutto in una nottata che è stata particolarmente lunga, considerando i molti danni per il maltempo con cui si è stati alle prese, soprattutto nella vicina Solaro, che solitamente fa riferimento proprio al comando della città degli amaretti per le proprie emergenze.

E’ stato un episodio isolato?

Tutto fa pensare che nel corso dell’estate in verità il problema potrebbe ripetersi, considerando che il momento caldo legato alle ferie estive deve ancora arrivare.

Dunque si è trattato di un campanello d’allarme per i saronnesi e le autorità locali: in passato l’apertura a singhiozzo della caserma di Saronno (soprattutto per coprire carenze di organico all’aeroporto di Malpensa) era divenuto la prassi ed era stato anche oggetto di interrogazioni al Senato e alla Camera dei deputati, pure alla luce della circostanza che Saronno e circondario erano e restano la zona della provincia di Varese a maggior tasso di industrializzazione, con la presenza anche di molte fabbriche chimiche e farmaceutiche e quindi potenzialmente ad alto rischio. Abitualmente la competenza dei pompieri saronnesi si estende anche al vicino comasco e all’altomilanese, per arrivare anche ai paesi più vicini della Brianza.

Mazzette alla Motorizzazione: 18 condanne

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Mazzette alla Motorizzazione: 18 condanne

Un processo gigantesco: basti dire che alla fine gli imputati hanno sfiorato quota duecento. E un processo lungo: basti dire che la parola fine è ancora lontana e che la fase delle indagini preliminari in cui furono arrestate dodici persone, tra funzionari della Motorizzazione civile di Varese e titolari di agenzie di pratiche automobilistiche, risale al novembre 2012.

Oggi, martedì 27 giugno, però, il caso delle presunte false revisioni con mazzette alla Motorizzazione ha vissuto un momento fondamentale.

S’è chiusa infatti la seconda parte dell’udienza preliminare. Il gup Alessandro Chionna, che era alle prese con 98 diverse posizioni, con due imputati deceduti nel frattempo (in precedenza il collega Giuseppe Battarino si era occupato di altre 95), ha pronunciato 18 sentenze di condanna con il rito abbreviato e con pene da un anno a quattro anni di carcere, ha dato il suo “placet” a cinque patteggiamenti e ha deciso 58 rinvii a giudizio e 15 proscioglimenti.

Per quanto riguarda le condanne con l’abbreviato, sommando i dati delle due udienze preliminari, si può dire quindi tranquillamente che l’indagine del sostituto procuratore Massimo Politi e della polizia stradale di Verbania ha “prodotto” finora pene per un totale superiore al secolo di carcere.

Articolo sulla Prealpina di mercoledì 28 giugno.

Pioggia torrenziale e danni in tutta la Provincia

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Pioggia torrenziale e danni in tutta la Provincia

Nottata e mattinata nera, sul fronte del maltempo, nella provincia di Varese. Le abbondanti piogge - accompagnate da forte vento - che si sono abbattute per molte ore martedì 27 e soprattutto nella notte hanno provocato danni e costretto vigili del fuoco e protezione civile a un vero superlavoro.

Decine gli interventi che hanno impegnato in particolare i pompiei su tutto il territorio della provincia di Varese, oltre quaranta per tagli pianta, allagamenti e sopralluoghi. Le criticità si sono registrate a macchia di leopardo su tutto il territorio ma maggiormente colpiti sono stati il Luinese e il Saronnese. Anche nel capoluogo e dintorni non sono mancati cali di tensione (più a lungo sono rimaste senza luce decine di famiglie di Valganna), allagamenti e cadute di rami. In zona Casbeno numerosi tombini sono letteralmente “saltati” a causa della pressione eccessiva dell’acqua sottostante, mentre a Buguggiate il Tigros dei Laghi ha dovuto ritardare di circa un’ora l’apertura causa allagamento.

La situazione sembra comunque destinata a nuovi momenti di criticità: almeno per tutta la giornata di giovedì 29 sono previste infatti nuove precipitazioni anche intense. Miglioramenti da venerdì.

Altri servizi sulla Prealpina di giovedì 29 giugno

 

Pedemontana verso il fallimento

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Pedemontana verso il fallimento

Autostrada Pedemontana Lombarda verso il fallimento.

La richiesta di dichiarazione di fallimento è stata depositata martedì 27 dalla Procura di Milano che ipotizza il fatto che Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl) si trovi in difetto del requisito di continuità aziendale e versi in stato di insolvenza. Il 24 luglio la società di Assago potrà presentare le controdeduzioni.

Lo rende noto la stessa società Apl spiegando che «La procura cita una relazione di consulenza di Pireddu sul bilancio societario del 2015, mentre la società, ancora oggi, ha una dotazione di liquidità adeguata a far fronte ai propri impegni. Quelli che sembravano rumors, nella serata di ieri hanno preso concretezza e conferma. Le basi su cui è stata chiesta è il bilancio 2015: la gestione era di Marzio Agnoloni ma approvato da Massimo Sarmi, romano ed ex manager di Poste Italiane. In una nota Pedemontana spiega che successivamente alla redazione della perizia, infatti, un nuovo consiglio di amministrazione della società, presieduto da Antonio Di Pietro, ha provveduto ad approvare il bilancio 2016, anch’esso redatto in continuità aziendale. «Quella della procura è pertanto una richiesta - prosegue la nota - che ci sorprende in quanto a nostro avviso non esiste alcuna situazione, né dichiarazione di insolvenza, che pur sarebbe necessaria a motivare la richiesta di fallimento». Si legge ancora nella nota firmata dal presidente Federico Maurizio D’Andrea: «Nessun creditore di Apl ha mai manifestato criticità in questo senso e il bilancio 2015, su cui si basa la richiesta di fallimento della procura, è stato regolarmente approvato dagli organi societari e dal collegio sindacale, ed è stato certificato dalla società di revisione internazionale Ria Gran Thornton Spa. «Siamo certi della regolarità della nostra condotta, della sussistenza del requisito della continuità aziendale e quindi dell’assenza dello stato di insolvenza. All’udienza del 24 luglio porteremo le nostre controdeduzioni e siamo fiduciosi che verranno accolte dal giudice competente». Veronica Deriu


Niente documenti: profughi in rivolta

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Niente documenti: profughi in rivolta

Colpo di scena al Centro profughi di via dei Mille.

La sera di ieri, martedì 27 giugno, poco prima delle ore 23, i circa duecento stranieri ospiti della struttura gestita dalla KB Srl, hanno occupato lo stabile, accompagnando alla porta i gestori.

Era già accaduto un annetto fa e il motivo è identico: la mancata concessione da parte del Comune delle carte d’identità.

In particolare a surriscaldare gli animi e a far precipitare una situazione già delicatissima è stato l’articolo uscito su La Prealpina ieri mattina, quando i tre assessori della Lega Nord (il vicesindaco Stefano Ferrario, il delegato alla Scurezza Max Rogora e quello all’Urbanistica Isabella Tovaglieri) hanno ribadito che «mai e poi mai i migranti avranno i documenti».

Il trio padano, forte del consenso amministrativo raccolto dal movimento alle varie elezioni amministrative di domenica, ha dettato la linea sui rifugiati.

«Il Pd vuole farci fare una cosa che non faremo, si rassegnino», ha detto Ferrario.

«Dare le carte d’identità ci costerebbe 20mila euro e già non abbiamo i soldi per gli italiani che fanno fatica», ha aggiunto Tovaglieri, mentre Rogora constatava «un’invasione che ci trasformerà in prigionieri nel nostro Paese».

Il tutto, appunto, in replica a una richiesta del Partito democratico che sollecitava la concessione del diritto.

Così ieri sera, dopo un confronto interno, i richiedenti asilo hanno inscenato la rivolta comunque abbastanza tranquilla all’apparenza, nel senso che all’esterno della struttura si vedevano unicamente i dipendenti della KB (in larga parte anche loro stranieri) allontanati dello stabile ex Enel. E nulla più.

Il problema probabilmente esploderà platealmente in queste ore se gli africani di stanza a Busto Arsizio decideranno di replicare le iniziative del passato, con manifestazioni in strada e barricate al centro. Insomma, un clima esplosivo generato dalle posizioni politiche. E così, dopo un periodo di relativa tranquillità sul fronte profughi - perlomeno con una convivenza silente, scandita da qualche grattacapo - ecco riaccendersi la miccia.

Ovviamente non ci si aspetta che il municipio ceda di fronte alle pressioni, anche perché proprio la Lega Nord su questo è stato chiara. Bisognerà solo capire se oggi, passata la nottata, la protesta rientrerà oppure se si manifesterà in maniera forte. Senza escludere però una vista in Prefettura.

«Sentieri invasi dalle erbacce»

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«Sentieri invasi dalle erbacce»

Da tempo non sono più percorribili, in quanto chiusi da recinzioni di proprietà private, molti dei sentieri che innervavano il paese ed erano utilizzati per collegare antiche cascine e raggiungere i boschi.

Emilio Vanoni, fondatore del movimento civico “Comunità Democratica”, che aveva sollevato la questione già negli anni Novanta, ha scritto al sindaco per richiamare l’attenzione sullo stato di abbandono in cui versano alcuni percorsi pedonali rimasti aperti alle falde del monte Monarco. E il primo cittadino Marco Cavallin risponde che non è mancata l’attenzione dell’amministrazione comunale, che si avvale anche della preziosa opera di volontari, ma che ci sono delle priorità e non si può pensare di tenere in perfette condizioni anche sentieri che non percorre quasi nessuno.

Vanoni scrive: «Spesso dal centro paese raggiungo a piedi la località Montallegro sul monte Monarco e ho modo di constatare le condizioni di degrado in cui versa il percorso pedonale che collega la via Negri nel rione Motta alla via Tabacchi e costeggia il muro di recinzione del parco di Villa Porro Pirelli. Ci sono erbacce, ortiche alte oltre un metro e rifiuti. Certo il fatto che la vegetazione cresca indisturbata è un segno che da questo sentiero non passa quasi mai nessuno, ma se in migliori condizioni potrebbe essere maggiormente utilizzato. Stessa situazione sulla “Strada romana”, che da via Tabacchi nel rione Broglio sale a via Crivelli nei pressi del castello di Frascarolo da dove si prosegue per raggiungere Montallegro. Anche qui l’abbandono è totale, con meno erbacce ma con muri pericolanti. Sono abbandonati anche i sentieri che costeggiano i laghetti sul Monarco».

Cavallin risponde dopo la segnalazione: «Al momento non mi risultano situazioni critiche per quanto riguarda l’abbandono di rifiuti, per le quali non appena segnalate interveniamo sempre tempestivamente. Si svolge ogni anno una giornata ecologica per la pulizia dei boschi e dei sentieri e con i volontari siamo intervenuti più volte per ripulire e sistemare la strada che sale al Montallegro e alla vetta del Monarco. Nei giorni scorsi ho incontrato ed elogiato il gruppo comunale di protezione civile, coordinato da Jacopo Faccio. Sono una trentina di giovani che il sabato e la domenica dedicano il loro tempo alla manutenzione e alla pulizia del paese in modo del tutto gratuito. Un lavoro che può sfuggire ma molto importante per la collettività. In particolare sono impegnati a tenere pulite le vasche che, con i risarcimenti dei danni causati dall’alluvione del 2009, avevamo realizzato sotto il monte Monarco su tutto il versante dal centro paese al rione Pezza e che, in caso di forti precipitazioni, evitano allagamenti e che sassi e terra portati a valle dall’acqua vadano ad invadere strade, piazze, giardini e scantinati come avveniva in passato. Terremo in considerazione le segnalazioni di Vanoni e cercheremo di fare il possibile per intervenire, ma con tante situazioni a cui dover far fronte in zona le erbacce su sentieri poco utilizzati non sono una priorità».

Varese, c’è l’affondo su Wells

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Cameron Wells, 29 anni, ultime quattro stagioni nel campionato tedesco

La Pallacanestro Varese aumenta decisamente i giri nella caccia al playmaker titolare e prova ad affondare il colpo Cameron Wells.

Concreto l’interesse per il 29enne playmaker texano di 185 centimetri per 90 chili che ha disputato le ultime 4 stagioni in Germania (3 consecutive nelle file dei Giessen 46Ers, la migliore quella appena conclusa a 14 punti e 4 assist di media).

Un elemento rodato in grado di giostrare sia da playmaker che da guardia, e possiede le stimmate del “giocatore-capo” al quale Attilio Caja vorrebbe affidare le chiavi della squadra per la stagione 2017-18.

La qualità migliore di Wells è proprio la leadership che esprime nel suo stile di gioco basato su energia e fisicità - ottime doti spalle a canestro sfruttando la stazza fisica importante - alla quale ha aggiunto una pericolosità in grande crescita nel tiro da fuori (39% da 3 nel 2016-17). Il regista di Houston, cresciuto in una scuola militare come la Citadel University - dunque nessun problema ad adattarsi ai ritmi di lavoro di Attilio Caja - non è un nome altisonante ma ha certamente il profilo adatto alle necessità del tecnico pavese, in cerca di un giocatore “affamato” ma dal rendimento garantito per mettergli in mano il bastone del comando. Difficile trovare un profilo più diverso dall’ ex stella NBA Eric Maynor: Wells in 5 stagioni in Europa ha militato in Olanda e Germania (Landstede Zwolle e Tubingen le tappe prima di Giessen, dove il regista statunitense ha vinto l’A2 tedesca nel 2014-15 e poi collezionato due noni posti consecutivi in Bundesliga). Però a suo favore giocano tanti fattori positivi: la voglia di mettersi in luce in Italia, l’affidabilità garantita dalla lunga esperienza europea e la personalità forte che “Artiglio” richiede al suo direttore d’orchestra. I costi abbordabili e la disponibilità immediata sembrano indurre Varese ad aprire concretamente il discorso con Wells, senza aspettare che calino i prezzi di giocatori attualmente fuori portata e senza la certezza di poterli avvicinare tra un mese. Jordan Taylor “sondato” a giugno 2016 ma in campo solo a gennaio 2017, è in cima al taccuino di Reggio Emilia. Meglio un giocatore motivato e affamato disposto ad accettare la sfida di far bene davanti all’esigente ma entusiasta pubblico del PalA2A, rispetto a chi considera Varese come un ripiego. Wells è un esponente di spicco della prima categoria, e neppure l’incaglio dello stop fino al 31 agosto per un caso di doping accertato a febbraio - positivo insieme ad un compagno per aver assunto un integratore alimentare senza sapere che conteneva sostanze vietate; il tribunale tedesco ha comminato 3 mesi, ossia il minimo della pena, per motivi puramente formali, a partire dall’1 giugno - ha frenato l’interesse del club biancorosso. Chiaro che l’eventuale accelerazione definitiva per chiudere l’operazione Wells darebbe un indirizzo chiaro al mercato: il regista del 1988 ha tiro e fisicità ma in Germania non attaccava molto il ferro, anche per lo stile compassato della manovra del Giessen. Avere un playmaker che produce punti ma soprattutto gioco per i compagni a fianco di una guardia amante del tiro in sospensione come Waller spingerebbe Varese a puntare su almeno un attaccante di riferimento nei ruoli mancanti di ala piccola e centro titolare. Caratteristica che non appartiene né ad Eyenga né ad Anosike, ai quali però il club di piazza Monte Grappa ha concretamente iniziato da qualche giorno a cercare alternative col profilo “alla Wells”.

Resa dei conti. In silenzio

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Resa dei conti. In silenzio

Nello stagno ha lanciato non un sasso, un macigno. L’acqua è rimasta immobile. L’azione non ha avuto alcuna reazione. Almeno fino allo spegnimento dei microfoni e delle luci nel Salone Estense.

Serata surreale per il consiglio comunale di lunedì. Clima teso, tre argomenti all’ordine del giorno ma l’unico punto politicamente rilevante è quello che non è stato citato - caso Molina e questione Lega Civica - se non dal consigliere Pd Giampiero Infortuna. Uno dei tre consiglieri considerati dissidenti (insieme con Fabrizio Mirabelli e Luisa Oprandi), o meglio “non allineati” all’interno del gruppo Dem. è’ stato Infortuna a chiedere, con un intervento in apertura di seduta, una presa di posizione da parte «prima di tutti dei colleghi del Partito democratico» ma anche dei «consiglieri di maggioranza» e dell’«intera amministrazione (...) perché esprimano, anche solo con un intervento in questa seduta, una posizione chiara in tal senso». Nessuna reazione. Il silenzio alle parole pesanti, alla presa di posizione di Infortuna. E mentre si profila la resa dei conti all’interno del Pd, con l’assemblea degli iscritti in programma lunedì prossimo, dai dissidenti o ritenuti tali arriva un coro: «Noi non ci muoviamo dal Partito democratico».

Lungo il documento di Infortuna, esterrefatto al termine del Consiglio. «Nessuno ha detto niente, pazzesco, ma più che una sede istituzionale come questa per confrontarsi, che cosa altro dovrei scegliere?».

Nelle parti salienti del suo documento, commentato con una frase di Sartre “Ogni parola ha conseguenze, ogni silenzio anche”, si fa riferimento alle vicende giudiziarie degli ultimi giorni (14 indagati per due filoni dell’inchiesta sulla Fondazione Molina, con il coinvolgimento di esponenti collegati alla Lega Civica, tra cui l’ex vicesindaco Giampaolo Ermolli che si è dimesso dalla commissione urbanistica dopo l’avviso di garanzia, oltre a un esponente della Lega Nord). Ecco l’intervento di Infortuna: «Dopo ciò che è avvenuto negli ultimi giorni (...) a seguito di una mancata presa di posizione del Pd, ho ritenuto fosse necessario esprimere delle riflessioni politiche che andassero nella direzione di una salvaguardia dei valori di legalità e di trasparenza che sento miei e che sono convinto debbano far parte del genoma del Partito democratico, ma anche e soprattutto per la salvaguardia degli elettori che, dandomi la preferenza, hanno votato Pd». Aggiunge Infortuna: «Nessuno di noi è stato eletto per ratificare gli atti amministrativi che ci vengono sottoposti». E ancora: «Quando una sequela di indagini coinvolge esponenti di forze politiche di opposizione, ciò che mi interessa in qualità di cittadino e richiama la mia attenzione in veste di consigliere comunale e quando queste vicende riguardano figure politiche di vecchia data che, per mezzo del loro candidato sindaco, oggi presidente del Consiglio comunale (Stefano Malerba, ndr), hanno apertamente dichiarato il sostegno alla coalizione di cui faccio parte, è chiaro che tutto assuma una dimensione ben diversa».

Sulla situazione interna al Pd cittadino è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Nord Emanuele Monti: «A prescindere da quello che sarà il risultato della consultazione interna dei democratici varesini, sembra che il ciclo vitale di questa maggioranza sia prossimo ad esaurirsi anzitempo. Personalmente non credo che saranno gli iscritti al Pd a staccare la spina, ma le contraddizioni interne allo schieramento, per Galimberti risulteranno in ultima istanza fatali».

Clandestini, l’ultimatum di... Hitler

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Clandestini, l’ultimatum di... Hitler

«Clandestini che non rispettano, violentano e pretendono. Poi non dovete lamentarvi se arriverà qualcuno più crudele di me».

La firma dello scritto sta in un’allusione fotografica inquietante: il ritratto di Adolf Hitler.

Il volantino l’ha ritrovato davanti al Teatro Apollonio, che dirige, Filippo De Sanctis, la mattina di oggi, mercoledì 28 giugno.

E quindi, scattata la foto, l’ha postata sul suo profilo di Facebook.

«Poi esci dall’ufficio e trovi la piazza disseminata di questi volantini. Io ero rimasto a quello che svuotava le cantine (inquietante)».

Una telefonata e lo stesso De Sanctis spiega: «Quando l’ho raccolto era proprio davanti all’atrio del teatro, intriso d’acqua. Probabilmente chi l’ha lasciato lì l’ha fatto di notte. Qualche altro volantino l’ho poi trovato nella zona del parcheggio, verso le ore 13. Sono rimasto perplesso e non nego la preoccupazione per una deriva inquietante».

Sul caso è al lavoro in queste ore la Digos della Questura che sta indagando per risalire agli autori del volantino e della sua distribuzione. Questa sì di certo clandestina.

Arcisate-Stabio: la Svizzera non pagherà

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Arcisate-Stabio: la Svizzera non pagherà

Al completamento dell’Arcisate-Stabio non verseremo un centesimo. Firmato: il Consiglio di Stato del Canton Ticino.

Non spunta certo da un cielo sereno l’ennesimo fulmine che s’abbatte su un’opera emblema del malcostume italiano in tema di grandi opere pubbliche e, nel caso, anche transnazionali, con ricadute su un’immagine ridotta ai minimi storici.

«La Regione Lombardia - scrive Claudio Zali, direttore del Dipartimento del Territorio del Canton Ticino - in modo inatteso, ha comunicato la volontà di realizzare il collegamento con Malpensa tramite la linea S40 Como-Varese invece che con la linea S50 Lugano-Varese».

Il cambio di rotta del Pirellone, in tutti i sensi, comporterà anche una diversa regolamentazione oraria, con conseguenti disagi, per chi da Lugano volesse raggiungere Malpensa col treno. Da qui la sospensione del finanziamento concordato sei anni fa.

Infatti - prosegue la nota ufficiale - la Regione Lombardia «intende avviare il servizio verso Malpensa al giugno 2018 invece che dal cambiamento di orario del dicembre 2017 per ragioni finanziarie, con un’offerta ridotta a solo ogni due ore. Infine i giorni festivi e la sera circolerà la linea S40 e sarà sospesa la S50, al contrario «di quanto finora ipotizzato.

Il Consiglio di Stato ha preso atto con rammarico di questa decisione unilaterale da parte italiana, lesiva degli accordi pattuiti con l’Intesa del 2011 e ha comunicato alla Regione Lombardia che così stando le cose il previsto finanziamento cantonale del 50% dei costi delle prestazioni tra Varese e Malpensa (circa 2 milioni di franchi svizzeri l’anno, di cui 1,45 netti a carico del Cantone e 0,55 a carico dei Comuni) non ha più ragione d’essere».

Con la nuova impostazione data dalla Regione e con la ripresa dei costi da parte italiana per la tratta Chiasso–Como, «non sono così più in essere contributi da parte ticinese per l’esercizio del servizio TILO su territorio italiano».

Un disimpegno, quello ticinese, che appare legittimo «considerata l’incertezza relativa all’applicazione delle norme della Legge sui trasporti pubblici» italiani, «legate alla tassa di collegamento».

Non solo: «Il risparmio di 2 milioni di franchi svizzeri l’anno permette di coprire meglio le esigenze del trasporto pubblico su territorio ticinese evidenziate

nel credito quadro quadriennale.

Rispetto all’impostazione a suo tempo stabilita è comunque confermato il servizio principale della nuova linea con frequenza ogni 30’ tra il Ticino, Varese e Como, mentre il collegamento verso Gallarate-Malpensa sarà attivato più tardi, con cadenza ogni due ore e con cambiamento di treno a Mendrisio.

Il Dipartimento del territorio ha quindi incaricato FFS e TILO di svolgere i preparativi necessari per attivare il servizio. Il nuovo orario di dettaglio

verrà allestito nei prossimi mesi e sarà reso noto non appena disponibile».

Per leggere il documento integrale, clicca QUI

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Tre Laghi, nobiltà al volante

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La Jaguar SS100 Anni Trenta degli elvetici Simon-Furrer

Si sono chiuse a quota 116 le iscrizioni alla 26ª Coppa dei Tre Laghi e Varese-Campo dei Fiori, di scena sabato 1 e domenica 2 luglio, vedono la presenza di equipaggi che puntano al vertice di due campionati: il Tricolore assoluto ASI e il campionato multiregionale “Dagli Appennini alle Alpi”.

Nella prima serie nazionale sono gli specialisti laziali Alberto Pirri (Lancia Fulvia Coupé) e Silvio Trombetta (Porsche 912) a sfidare i migliori varesini. Tra loro Enrico Bassani (Alfa Romeo Giulietta Spider) e Franco Vitella (Austin Healey Frog Eyes), oltre a Roberto Boracco (Porsche 911), Saverio Mazzalupi (Mini Cooper), Enrico Falcetta (Fulvia Coupé) e Marco Leva (Alfa Giulietta).

L’ultima gara nazionale che ha preceduto la tappa varesina è stata la rievocazione della Trapani-Erice, a metà giugno.

Entusiasmo alle stelle tra i partecipanti al Criterium multi-regionale “Dagli Appennini alle Alpi”: molti di loro sono del Varesotto a testimonianza di come le scuderie di Varese (Vams) e Gallarate (Gams) abbiano investito molto bene nella regolarità per auto storiche.

Al comando della serie che comprende nove gare troviamo i varesini Roberto Boracco con Angela Bossi (Porsche), seguiti dai gallaratesi Enrico Falcetta con Alberto Marelli (Lancia); terzo posto per Maurizio Magnoni con Marisa Vanoni (Triumph) di Golasecca, seguiti da Saverio e Luca Mazzaluli (Mini) di Besozzo. In agguato l’aostano Wilmer Boscolo, il bergamasco Sergio Mazzoleni e il canturino Luca Barni.

La classica varesina per auto storiche, che ha come media partner La Prealpina, si articolerà su 220 km punteggiati da 65 prove cronometrate. Le verifiche sono previste domani, venerdì 30 giugno (ore 17-22) e sabato (ore 8.30-11.30) in piazza Monte Grappa. Partenza dalla stessa piazza di Varese alle ore 12.30 di sabato, con arrivo a Malnate-Villa Monte Morone alle ore 12 di domenica.

Siti pirata, varesino nei guai

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Siti pirata, varesino nei guai

Prima l’oscuramento dei nove siti web che trasmettevano illegalmente film, partite, varietà e programmi per bambini. E poi il blocco definitivo e materiale degli 89 server che alimentavano i siti Internet sotto accusa, attraverso i quali sarebbero passati ben 178 terabyte, ovvero quasi 180mila gigabyte, di materiali video di proprietà di Mediaset e Sky.

Ecco, in sintesi, l’operazione “Pirate on Demand” nelle sue due fasi, la prima del marzo scorso e la seconda di ieri, entrambe a cura del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Cagliari, su disposizione dell’autorità giudiziaria del capoluogo sardo.

Operazione che ha portato anche alla denuncia a piede libero di due persone, una della quali, un imprenditore di 65 anni, risiede in provincia di Varese, mentre l’altra abita in provincia di Macerata.

Sulla base di quello che gli inquirenti hanno scoperto, il varesino sarebbe stato l’amministratore commerciale della piattaforma web finita sotto inchiesta, mentre l’altro avrebbe gestito dal punto di vista tecnico i flussi video per la riproduzione dei contenuti illeciti e per l’approvvigionamento dei siti pirata. Entrambi devono ora fare i conti con accuse di violazione della legge sulla protezione del diritto d’autore, di frode informatica e di contraffazione.

Nel marzo scorso i finanzieri cagliaritani avevano proceduto al sequestro di nove portali Internet attraverso i quali era possibile accedere illegalmente ai canali di Mediaset Premium e di Sky, e quindi a un’offerta di prodotti televisivi ampia e variegata che spaziava dallo sport al cinema passando per l’entertainment e i contenuti per i più piccoli.

Il tutto grazie alla cosiddetta Iptv, una tecnica sempre più diffusa che ha come obiettivo l’immissione sul web, in questo caso per lo scaricamento abusivo e a prezzi stracciati, di eventi sportivi, film, serie televisive e concerti a beneficio di una platea indifferenziata di utenti, in questo caso naturalmente con illecita e dannosa concorrenza alle emittenti televisive titolari dei relativi diritti.

Le indagini - iniziate nel mese di settembre 2016 e coordinate dal sostituto procuratore di Cagliari Giangiacomo Pilia - hanno interessato così note piattaforme ai primi posti nel panorama nazionale per la fruizione abusiva dei canali di Mediaset e Sky, piattaforme che offrivano contenuti pirata sia in modalità “streaming live”, cioè in diretta, sia in modalità “streaming on demand”, fruibili a richiesta degli internauti.

Gli investigatori hanno collaborato con le unità anti pirateria di Sky e Mediaset sfruttando il supporto della cosiddetta “digital content protection”, e hanno orientato così gli accertamenti al monitoraggio della rete Internet e delle proposte di streaming, arrivando a selezionare i portali effettivamente utilizzati per le attività illecite, a seguito di analisi di una consistente mole di dati scambiati tra Internet service Providers (Isp), uploaders e utenti finali.

Ma si è lavorato anche nel mondo reale, tra l’altro con perquisizioni locali e informatiche nei confronti del soggetto residente nel maceratese, che - in concorso con l’amministratore commerciale varesino della piattaforma pirata - si sarebbe occupato degli aspetti tecnici. Sono stati così sequestrati personal computer, decoder, tessere sky, un tvbox, carte ricaricabili poste pay, uno smartphone, un router, un tv encoder e una tv.

Stalker-acrobata: denunciato

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Stalker-acrobata: denunciato

Lo stalker è stato di nuovo denunciato, scongiurando guai peggiori a carico della donna che stava cercando da tempo di molestare.

Nel frattempo la vita per lei era diventata una persecuzione dalla quale era sempre più difficile uscire.

L’ultimo intervento lunedì scorso, quando una pattuglia della polizia locale di Vergiate è intervenuta in un’abitazione nel centro della cittadina, dove un trentasettenne residente in zona si era arrampicato sul balconcino al primo piano per introdursi nella casa di una donna poco più anziana che da diversi mesi era vittima di una persecuzione continua da parte sua. L’uomo è stato bloccato e condotto negli uffici di polizia locale di Vergiate.

Solo un’ora prima era invece riuscito ad introdursi in casa della donna, sempre arrampicandosi, per poi aggredirla, fortunatamente senza gravi conseguenze. E non è finita qui, in quanto è emerso un episodio di pochi giorni prima, in cui il trentasettenne dopo essere riuscito ad entrare nell’abitazione avrebbe aggredito violentemente la donna, palpeggiandola e percuotendola quando lei aveva cercato di ribellarsi.

La vittima aveva già sporto querela per fatti simili presso la stazione carabinieri alcuni mesi fa, ottenendo solo un temporaneo miglioramento della situazione, che si è riacutizzata negli ultimi giorni.

Con l’intervento tempestivo della Polizia Locale si è scongiurato il pericolo di un’ulteriore aggressione; lei nel frattempo ha già sporto di nuovo querela negli uffici della polizia locale.

A carico del trentasettenne sono stati ipotizzati il reato di atti persecutori (meglio conosciuto come stalking), ma anche di violenza sessuale, percosse e violazione di domicilio.

In attesa dell’adozione di altri provvedimenti a carico del trentasettenne, quest’ultimo è stato sottoposto a valutazione psichiatrica. Non convinceva infatti questa reiterazione dei reati e infatti è emerso che soffriva di disturbi mentali.

Estero, Pmi varesine da record

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Estero, Pmi varesine da record

La parola d’ordine delle Pmi lombarde? Internazionalizzazione. Tra l’altro, l’elevato tasso di internazionalizzazione caratterizza un po’ tutte le realtà produttive lombarde, a cominciare proprio da quelle della provincia di Varese.

Nel Varesotto, se possibile, il processo di espansione all’estero è ormai connaturato al modus operandi di chi fa impresa. Ce lo ricorda il 49,9% di vendite all’estero sul totale delle imprese di Varese: si tratta di un record assoluto in Lombardia, nonché di uno dei dati più rilevanti emersi dall’indagine “Strategia di internazionalizzazione, commitment e performance delle Pmi lombarde”, realizzata da Confindustria Lombardia con il contributo scientifico di Sda Bocconi.

Lo studio ha coinvolto un campione di circa 1200 imprese con l’obiettivo di definire le strategie internazionali perseguite dalle imprese lombarde, valutare propensione e performance e individuare le esigenze di servizi e supporto.

Nel dettaglio, l’indagine, i cui esiti sono stati presentati ieri, mercoledì 27 giugno, a Milano, ha evidenziato un grado di internazionalizzazione omogenea in tutti i territori. Le province con più imprese esportatrici oltre a quelle di Varese e provincia?

Si trovano a Cremona (49,8% di vendite all’estero sul totale delle imprese) e a Brescia (47,1%). Non c’è da sorprendersi, alla luce della vocazione produttiva delle Pmi lombarde, che i comparti industriali più internazionalizzati siano quelli legati alla produzione manufatturiera, in primis i settori dei mezzi di trasporto (60,3%) e dei macchinari (58,3%).

Altro dato che non sorprende più di tanto: al mutare della dimensione cambiano per forza di cose le modalità di internazionalizzazione. In altre parole, le piccole imprese (il 34,4%) optano per un numero limitato di Paesi di destinazione per economizzare le risorse, prevalentemente puntando all’export; le medio-grandi (31,6% e 34,9%) preferiscono invece la politica dello “spreading”, e cioè optano per una presenza diffusa in numerosi Paesi (anche con piccole quote di mercato), accompagnata da investimenti diretti e presenza commerciale o produttiva.

Da tenere in considerazione il fatto che il commitment (mix di risorse finanziarie, conoscenza attività internazionalizzazione, patrimonio esperienze pregresse e rete di contatti locali) contribuisce positivamente al successo internazionale; c’è però anche da dire che le piccole imprese hanno sì livelli più bassi di commitment ma, al tempo stesso, sono quelle che si internazionalizzano più velocemente. In generale, le imprese lombarde sono tendenzialmente dinamiche e flessibili nell’adattarsi ai nuovi mercati, prediligono forme di internazionalizzazione leggera e guardano come destinazione preferite Germania, Francia e Spagna (mentre Russia, India e Iran sono i Paesi dove ambiscono ad espandersi nei prossimi anni).

Lo studio mette infine in risalto l’aumento delle aziende cosiddette “born global”, imprese cioè che raggiungono il 25% di vendite all’estero sul fatturato aziendale nei primi tre anni di attività, che rappresentano ormai il 34% del campione lombardo preso in esame. Ci si riferisce a realtà produttive nate a partire dal 2000, trasversali a tutti i comparti industriali e classi dimensionali e caratterizzate da politiche d’internazionalizzazione spinte.

Vintage nella chiesa sconsacrata

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Vintage nella chiesa sconsacrata

La formula originale degli eventi targati Avantgarde Society, tra gusto retrò, vintage e una proposta musicale che spazia dall’indie all’elettronica, approda a Cassano Magnago domenica 2 luglio.

La chiesa sconsacrata di San Giulio ospiterà, dalle ore 11 alle 21.30, l’Avantgarde Market.

Protagonisti, oggetti di modernariato, abiti e accessori degli anni Cinquanta e Sessanta, vinili, giocattoli, bijoux e complementi d’arredo provenienti da un passato recente ma già pieni di fascino.

Non mancheranno i prodotti realizzati da artisti e creativi: sotto gli affreschi dell’ex luogo di culto saranno allestiti una trentina di stand.

La manifestazione non vuole, però, attrarre solo collezionisti e appassionati d’arte. Per tutta la giornata la colonna sonora varierà tra rock classico, electro e funky. Sono previsti due concerti dei milanesi Nobodycriedfordinosaurs, due album indie pop all’attivo. Ancora, ci sarà un barber shop, un brunch (necessaria la prenotazione) e un servizio bar nel giardino della chiesa.

Il tutto con una particolare attenzione per i prodotti a chilometro zero e menù pensati anche per vegani e bambini.

«San Giulio - spiega l’assessore alla Cultura, Alessandro Passuello, alla presentazione - è un importante polo culturale per Cassano. Di solito si concede per mostre o conferenze. Ora ne sperimentiamo le potenzialità con questo che, come tutti gli eventi di Avantgarde Society, già Artistocratic, è un evento molto particolare».

Affiancato dalla vice, Alice Gabriele, dalla responsabile stampa Giusy Garatello, dalla iscritta Giulia Ronzoni e, per l’enoteca Epicuro da Riccardo Nobile, il presidente di Avantgarde, Alessandro Coppola, ha dichiarato: «Vorremmo intercettare un pubblico che appartiene a tante fasce di età, dagli adulti ai bambini. Tra selezione musicale e brunch il Market dovrebbe incontrare i gusti dei più giovani come trentenni, quarantenni e oltre».

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