Troppo piccola la chiesa del paese, troppo grande il dolore della gente. Quando se ne va un figlio, un amico, un vicino di casa di appena 17 anni, il vuoto che suscita “dentro” non può essere compreso né dal cuore né dalla ragione. Tacciono le parole e vince il silenzio. Così ieri pomeriggio, ai funerali di Manuel Panizzoli, tutto il paese, gli amici vecchi e nuovi, i compagni di scuola hanno riempito non solo la parrocchiale, ma anche la piazza del paese e le vie circostanti in un abbraccio silenzioso rotto solo dalle preghiere e dal pianto. Dovevano esserci, ecco tutto. Non potevano lasciare soli mamma Adriana, papà Aldo, il fratello Davide, la sorella Elena davanti alla bara bianca del figlio. Sull’altare, insieme al parroco don Gianluigi Bollini, altri otto sacerdoti in rappresentanza della vicina comunità di Mesenzana e della Comunità Carmelitana.
«Tanti progetti e tanti sogni infranti, per i quali non ci bastano le risposte che la medicina ci può dare e oltre i quali sembra rimanere adesso solo il buio», ha ricordato il parroco in apertura dell’omelia.